Fondazione vittime reato: Cinzia Fusi, Atika Gharib, Elisa Pomarelli, Damia El Assali e Leonardo Politi tra le ultime 12 richieste accolte
I genitori di Cinzia Fusi, la commessa di 34 anni di Copparo (Fe) uccisa dal suo compagno e datore di lavoro. Le figlie minorenni di Atika Gharib, la 41enne marocchina morta carbonizzata all’interno di un casolare a Castel d’Argile (Bo), nell’incendio appiccato dall’ex convivente. Poi i famigliari di Elisa Pomarelli, la giovane assicuratrice piacentina strangolata dall’amico che si era invaghito di lei, non corrisposto; i figli di Damia El Assali, la 45enne ammazzata dal marito a Borgonovo (Pc) e, da ultimo, i famigliari di Leonardo Politi, ucciso dalla compagna e socia d’affari a Lido Adriano, sul litorale ravennate.
Sono 5 storie di cronaca nera di cui giornali e televisioni si sono occupati a lungo nei mesi scorsi e che figurano tra le ultime 12 richieste accolte dalla Fondazione regionale vittime dei reati, l’ente nato nel 2004 su iniziativa della Regione Emilia-Romagna, delle Province e dei Comuni capoluogo per offrire un aiuto concreto e immediato alle persone e alle famiglie vittime di gravi reati.
Il bilancio dei primi 11 mesi del 2019
Il bilancio dei primi undici mesi di attività nel 2019 della Fondazione regionale, presieduta dallo scrittore Carlo Lucarelli, è stato fatto in occasione della recente assemblea annuale dei soci. Sono state 29, al 30 novembre scorso, le istanze di aiuto presentate dai sindaci dei Comuni di residenza delle vittime dei reati e accolte dalla Fondazione. Sessantasette le persone prese in carico, di cui 30 donne, 6 uomini e 31 minorenni, per un ammontare complessivo di contributi erogati superiore a 190 mila euro. Oltre ai 5 casi prima citati, l’ultimo pacchetto di richieste accolte nelle settimane scorse riguarda 5 episodi di violenza di genere avvenuti tra Bologna, Ferrara e Parma, 1 rapina nel modenese e 1 caso di lesioni gravissime nel piacentino.
La violenza sulle donne si conferma la causa di intervento più frequente
Tra i 29 casi esaminati nel 2019 che si sono conclusi con il riconoscimento di un sostegno economico da parte della Fondazione 19 sono legati a episodi di violenza sulle donne da parte di partner o ex, di cui 6 per femminicidio. Poi ci sono altri tre casi di violenza sulle donne, che però hanno visto come protagonisti semplici conoscenti delle vittime o sconosciuti. C’è infine un singolo caso di violenza su minori, mentre le ultime sei istanze accolte riguardano rapine, lesioni gravissime e omicidi (2).
Per quanto invece riguarda la mappa regionale degli interventi nei primi unidici mesi del 2019 gli aiuti hanno raggiunto tutte le province, tranne quella di Reggio Emilia. Nel dettaglio sei richieste riguardano Piacenza e altrettante Bologna. A seguire troviamo Modena, Ferrara e Forlì-Cesena, con 4 istanze accolte a testa; poi 2 per Rimini e Parma e, per finire, una istanza accolta da Ravenna.
Per un consuntivo completo dell’attività della Fondazione nel 2019 bisognerà attendere l’esito della prossima e ultima riunione annuale del Comitato dei garanti, che dovrà esaminare altre 14 istanze. Il caso più noto risale al maggio scorso e riguarda l’incendio doloso della sede della Polizia municipale di Mirandola (Mo), ad opera di un giovane irregolare, che ha provocato la morte di una donna disabile di 84 anni e della sua badante. In lista d’attesa altri casi di omicidio a Parma e Modena, vicende di maltrattamenti in famiglia a Faenza (Ra) e Forlì (Fc) e un episodio di violenza sessuale nel modenese.
Dalla nascita della Fondazione nel 2005 oltre 800 le persone aiutate
Dal 2005 ad oggi la Fondazione è andata in aiuto di 802 persone, di cui 325 donne adulte, 117 uomini e 360 minorenni, con un impegno complessivo di 2,8 milioni di euro. L’anno scorso sono stati 31 i casi trattati, 70 le vittime di reato o loro famigliari che hanno ricevuto un aiuto economico oppure sostenuti con un percorso psicoterapeutico e di inserimento professionale, per la concessione di un ammontare complessivo di contributi di 207 mila euro.
L’attività della Fondazione nel 2020 potrà contare su 240.500 euro, circa 20 mila euro in più rispetto al budget 2019, così come deciso dall’ultima assemblea dei soci, con l’approvazione del bilancio preventivo 2020.
In Fondazione è entrato anche un nuovo socio: l’Unione della Romagna Faentina. Sale così a quota 20 il numero complessivo delle adesioni. Una compagine sociale che, oltre alla Regione Emilia-Romagna, attualmente comprende tutti i Comuni capoluogo di provincia, più Imola (Bo), Castelfranco Emilia, Novi, Sassuolo e San Possidonio (Mo). A questi soci vanno aggiunti l’Unione delle Terre d’Argine, nel bolognese, l’Unione Val d’Enza, nel reggiano, l’Unione pedemontana parmense e, appunto, l’Unione della Romagna Faentina. Unico socio sostenitore, l’Università di Parma.
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