Nutrie, la Regione supporta i Comuni per organizzare i Piani di contenimento

Uno schema di ordinanza della Regione per aiutare i Comuni ad organizzare i piani di contenimento delle nutrie. Dal 21 agosto, infatti,  le nutrie  rientrano nella stessa categoria di topi, ratti, talpe e altre arvicole. Pertanto  ogni cittadino può contrastare la presenza, nel rispetto dei limiti di legge.

Nelle situazioni in cui la diffusione dell’animale sia particolarmente significativa e costituisca una grave minaccia per le arginature di fiumi e canali, nonché per le colture agricole, il Comune può predisporre un’azione di contrasto mirata attraverso una specifica ordinanza. Proprio per questo la Regione ha predisposto uno schema di ordinanza tipo e lo ha inviato a tutte le Amministrazioni comunali dell’Emilia-Romagna. La nuova classificazione delle nutrie è dovuta alla legge nazionale 216/2014,  che ha convertito il DL Competività.  Prima questi roditori rientravano nell’elenco delle specie della fauna selvatica come ad esempio i cinghiali e gli altri ungulati.

Secondo lo schema di ordinanza messo a punto dalla Regione, e che ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra (l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale), i piani di controllo comunali potranno coinvolgere i coadiutori (ovvero cacciatori espressamente autorizzati), il personale della protezione civile, quello di vigilanza  del reticolo idrografico;  i cacciatori  in genere nel rispetto del calendario venatorio, gli stessi agricoltori (regolarmente muniti di porto d’armi), purché limitatamente al proprio fondo agricolo.
La nutria è un roditore originario  del Sud America che, importato in Italia per la produzione di pellicce, si è enormemente diffuso, provocando gravi danni alle culture agricole,  agli argini dei fiumi e all’habitat di molte specie protette autoctone.

In questi anni la Regione ha  garantito una regolare azione di contenimento (una media di 60 mila animali all’anno), che ora potrà essere continuata dai Comuni utilizzando le opportunità offerte dalla legislazione regionale sulla presenza di specie infestanti quali appunto topi e altri roditori. La nuova classificazione comporta l’interruzione dei risarcimenti che fino ad oggi la Regione ha  riconosciuto alle aziende agricole per i danni alle colture provocati da questa  specie in quanto non compresa nell’elenco  della fauna selvatica.

(dal sito www.regione.emilia-romagna.it)

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