Persiceto e l’accoglienza dei ragazzi di Chernobyl: alcuni chiarimenti
Volevo comunicarvi e segnalarvi diverse imprecisioni dell’articolo riguardante accoglienza dei ragazzi di Chernobyl, dalla Bielorussia, apparsi sul Resto del Carlino.
Non è affatto vero che nel territorio di S.Giovanni in Persiceto non si fa accoglienza, anzi e vi racconto in breve allegando poi una scheda. Il nostro gruppo di volontari nasce nel 2003, dopo che alcune famiglie (Pellegatti, Cocchi, Vanelli, ed altre 6) avevano avuto esperienza di accoglienza in famiglia di bimbi ragazzi bielorussi. Sono state fatte queste valutazioni dopo aver verificato che quasi tutte le famiglie bielorusse dalle quali venivano accolti in Italia i bambini, erano tra quelle benestanti (figlio di prof, di sindaco, di agenti polizia, etc) e dal 2003 al 2011 sono stati accolti 12 bimbi e ragazzi di un istituto per oligofrenici ad Azarichi – Bielorussia presso i locali della parrocchia di Zenerigolo, frazione di Persiceto (con l’aiuto economico del Comune).
Dopo il terremoto Zenerigolo ha avuto il campanile danneggiato, poi è terminato il contributo del Comune e il gruppo si è spostato a Castagnolo, collegandosi col Comune di Sant’Agata Bolognese, e fino al 2017 noi abbiamo accolto 6 ragazzi audiolesi bielorussi (a nostro completo carico) e a Sant’Agata altri 6 più piccoli dello stesso istituto di Recitza (con il contributo totale del Comune locale). Da quest’anno, dato che il sindaco di Sant’Agata ha fatto difficoltà, ha firmato per accoglienza ad ANPAS il nostro sindaco Pellegatti Lorenzo.
Non sappiamo per il 2019 chi vorrà firmare la documentazione per l’accoglienza, so solo che noi siamo disponibili, e lo siamo da 15 anni, ad accogliere bambini e ragazzi audiolesi bielorussi, ma non vorremmo creare la 101esima associazione perché il luogo ove siamo accolti è precario (la parrocchia di Castagnolo pare ancora disponibile, ma ogni anno le cose possono cambiare). Certamente andrebbe fatta più pubblicità al progetto, ma esiste e speriamo continuerà nel tempo.
Un saluto dall’ultimo coordinatore dei 12 soci fondatori, ora supportato da altri 11 volontari-coordinatori che a due a due ogni settimana di luglio sono disponibili a questo progetto sanitario e sociale.
Franco Masetti