L’agricoltura bolognese pronta a ripartire ma servono nuovi strumenti
Le ferite dell’alluvione sono profonde e ancora fresche, ma l’agricoltura bolognese vuole risollevarsi in fretta: il mercato non aspetta, tantomeno i competitor. E per farlo Confagricoltura Bologna ha riunito attorno a un tavolo il mondo amministrativo, politico, della ricerca e dell’università, mandando un messaggio netto: il settore primario ha bisogno di nuovi strumenti per far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici e per incrementare la competitività del sistema agroalimentare, un esempio sono le tecniche di evoluzione assistita (TEA) oppure le infrastrutture fisiche, digitali e della conoscenza.
Questi i temi al centro del convegno “Il futuro dell’agricoltura: innovazione, biotecnologie ed infrastrutture”, organizzato da Confagricoltura Bologna all’Opificio Golinelli nella mattinata di oggi, lunedì 5 giugno. Tanti e qualificati gli interventi: dal Viceministro Galeazzo Bignami all’Assessore all’Agricoltura del Comune di Bologna Daniele Ara; dal professor Silvio Salvi dell’Università di Bologna (Vicepresidente Società Italiana Genetica Agraria) fino alla tavola rotonda con Herbert Dorfmann (Europarlamentare, Coordinatore PPE Comagri), Luca De Carlo (Presidente Commissione Senato Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), il Magnifico rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari, Stefano Boncompagni (responsabile del settore fitosanitario e difesa delle produzioni della Regione Emilia-Romagna), il presidente di Confagricoltura Bologna Guglielmo Garagnani e il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
“Maggio è stato un mese terribile, passerà alla storia – commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – Le due alluvioni hanno distrutto il territorio e messo a soqquadro intere produzioni, non solo campagna persa per quest’anno, ma anche terreni, vigneti e frutteti probabilmente compromessi per il futuro. E le piogge che continuano non fanno altro che peggiorare la situazione: le fitopatie e gli attacchi fungini ci vanno a nozze. Questa l’emergenza di oggi, a cui gli agricoltori stanno cercando di fare fronte con tutte le loro energie. Noi chiediamo di non essere lasciati soli, ma soprattutto di avere gli strumenti per difendere la produzione alimentare anche nel futuro: le TEA, che a breve potranno essere finalmente testate in campo, possono essere una risposta per avere piante naturalmente più resistenti, capaci di crescere con poca acqua, con il caldo, e di essere produttive minimizzando l’impiego della chimica. Potremo così avere produzioni sostenibili non solo ambientalmente, ma anche economicamente: le imprese agricole hanno bisogno di ritrovare marginalità”.
“L’alluvione che ha colpito l’intera Città Metropolitana di Bologna ha dimostrato quanto sia fragile la rete infrastrutturale e come debba essere rivista e migliorata per il futuro, soprattutto nelle aree di montagna che rischiano di diventare zone ancor più isolate se non servite in maniera adeguata – conclude Garagnani – Ora si deve ricostruire, possibilmente meglio, garantendo non solo la viabilità stradale, ferroviaria e aeroportuale per far muovere le merci sui mercati nazionali e internazionali, oltre che per far arrivare sul territorio i turisti; ma al settore primario servono anche le autostrade digitali e infrastrutture per la ricerca scientifica. E per questo sosteniamo il nuovo corso di laurea magistrale in Biotecnologie agrarie vegetali dell’Università di Bologna”.