Maltempo a Bologna, Confagricoltura: “Il sistema idrico non regge questi fenomeni”
Esondazioni, frane e smottamenti. L’ondata di maltempo che ha travolto il Bolognese si è abbattuta anche nelle campagne, soprattutto nel quadrante orientale, dove l’Idice ha rotto gli argini e anche altri corsi d’acqua a regime torrentizio sono in una situazione critica: a preoccupare gli agricoltori sono – oltre l’Idice – Santerno, Sillaro, Samoggia, Lavino e Quaderna.
“Dalle colline alla pianura si segnalano problemi – conferma Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – Purtroppo le intense piogge hanno messo sotto stress un sistema idrico che non è più in grado di far fronte a precipitazioni di questa portata. Al momento i danni maggiori riguardano i terreni colpiti da frane e microfrane in collina, qui sono andate perse anche alcune aree coltivate; e poi acqua e detriti hanno compromesso fossati e scoline: gli agricoltori dovranno prevedere costi aggiuntivi per il ripristino di queste infrastrutture, così come della viabilità interna alle aziende agricole”.
L’acqua caduta dal cielo è stata veramente tanta. Per esempio il pluviometro dell’azienda agricola di Alberto Zanetti, socio di Confagricoltura di Ozzano, ha segnato – alle ore 17 – ben 260 mm di pioggia. E la pioggia non è ancora finita: sta continuando e le previsioni indicano ulteriori precipitazioni anche per domani. “Dopo un periodo particolarmente siccitoso l’agricoltura bramava acqua, ma non con questa intensità – rimarca Garagnani – Il sistema idraulico non tiene e questo ci dimostra quanto sia importante la manutenzione della rete di scoli garantita dagli agricoltori, ma anche degli invasi, che non servono solo a immagazzinare acqua per scopi irrigui, ma pure a trattenerla in queste circostanze. Ci sono diversi terreni finiti sott’acqua, ma per valutare i reali danni servirà aspettare alcuni giorni da quando il deflusso sarà completato – conclude il presidente – Di certo ci sono i danni ai fossati, che andranno risezionati, ai canali di scolo e ai campi franati in collina”.
Daniele Mattioli