Pari opportunità. On line il Bilancio di genere 2021
Uno strumento per analizzare le politiche regionali e orientare quelle future. Con due obiettivi: promuovere una reale parità tra uomo e donna, superando le tante discriminazioni ancora esistenti, e diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione rispetto a questi temi.
È il Bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna 2021, da oggi on line. Un’ edizione che aggiunge ai tre focus già presenti lo scorso anno – occupazione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; violenza di genere e pari opportunità – un’analisi riferita a tutte le politiche regionali, comprese quelle sanitarie, con particolare attenzione alla prevenzione.
“Il Bilancio di genere è uno strumento fondamentale per capire, dati alla mano, quali sono gli effetti delle politiche regionali sulla condizione femminile. Consapevoli che qualsiasi decisione che viene assunta nei diversi settori non è mai neutra rispetto al genere – ha sottolineato l’assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori -. Da parte della Regione è un impegno che continua e si rafforza come dimostrano i 3 milioni di euro con cui nel 2022 abbiamo finanziato il bando per l’imprenditoria femminile. Nella consapevolezza che una società più attenta alla condizione femminile, è una società più equa, inclusiva e ricca di opportunità per tutte e tutti”
Il Bilancio di genere 2021 rendiconta interventi e servizi riferiti direttamente e indirettamente alle donne per un impegno finanziario da parte della Regione di oltre 1 miliardo di euro, più del 8% dell’intero bilancio regionale. Un dato in crescita del 17,8% rispetto agli 860 milioni di euro del 2020.
L’area con il maggior impegno economico è quella sanitaria-sociale, con circa il 70% delle spese rendicontate; seguono le aree economica 15%, territoriale 8% e culturale 7%.
Un impegno da parte della Regione in un contesto in cui agli effetti – pur in diminuzione – dell’onda lunga del Covid si sommano le pesanti conseguenze – anche sull’universo femminile – della difficile congiuntura economica e della guerra in Ucraina.
Un contesto a luci e ombre. Con un’occupazione femminile in ripresa: 66,1% contro il 62% del 2020 (media Italia 53,2%). Ma con un aumento del gap negativo rispetto a quella maschile: -14,9% nel 2021 rispetto a un -13,5% nel 2020 (media Italia -19,2%).
E che se da un lato vede in risalita le imprese femminili: da 84.287 a 84.979 (un aumento da attribuire principalmente a quelle condotte da donne straniere). Dall’altro conferma che il lavoro di cura continua a pesare essenzialmente sulle donne: per circa 72 donne su 100 (circa 63 nel 2020) il parti time non è una scelta, ma una necessità determinata da motivi familiari.
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