Una giornata nata per tutelare la natura e lo sviluppo sostenibile, ma anche per sensibilizzare all’educazione ambientale e alla partecipazione fattiva di imprese e cittadini ad iniziative che promuovano la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di preservare il pianeta da squilibri ed abusi di un bene che non è inesauribile. Si celebra domani, sabato 22 aprile, la Giornata Mondiale della Terra, evento a cui Confagricoltura Bologna aderisce con convinzione perché è l’occasione per portare all’attenzione dell’opinione pubblica una serie di fenomeni e criticità che impattano sul settore primario: gli effetti dei cambiamenti climatici, la tutela della biodiversità, il ruolo dell’agricoltore custode, il consumo di suolo.
Il tema di quest’anno è “Invest in our Planet” e gli agricoltori da sempre investono su questo bene vitale, sanno quale dono sia la Terra e quante responsabilità comporti la sua coltivazione o, al contrario, il suo abbandono per le generazioni. L’impegno degli agricoltori è produrre cibo sano per tutti preservando le risorse naturali.
I primi risultati del 7° Censimento generale dell’Agricoltura diffusi nel 2022 da Istat registrano in Italia una SAU (Superficie agricola utilizzata) di 12.535.000 ettari. In Emilia-Romagna questo valore è di 1.045.000 ettari, l’1,8% in meno rispetto al Censimento del 2010. In un decennio si sono perse a livello regionale circa ventimila imprese agricole, che secondo l’ultima rilevazione sono 53.753.
“Proprio nelle ultime settimane abbiamo toccato con le nostre mani come la crisi climatica sia sempre più realtà – analizza Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – con fenomeni atmosferici un tempo inediti in questi mesi, come gelate tardive o forti grandinate, che invece stanno diventando sempre più un’abitudine, colpendo duramente il lavoro degli agricoltori nei territori di Bologna e Imola. Molto bene quindi la celebrazione dell’Earth Day e la possibilità di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sulle possibilità di investire nell’innovazione digitale e in quella genetica per dar vita a sistemi produttivi sempre più sostenibili. Questi infatti, grazie alla ricerca e all’innovazione possono essere un aiuto per affrontare i mutamenti climatici e, nello stesso tempo, permettere di utilizzare al meglio beni primari come l’acqua per una produzione di cibo sempre più di qualità. Molto importanti saranno i risultati dei bandi per l’agrisolare e l’agrovoltaico che potrebbero dare una spinta in più verso questo tipo di cambiamento”.
L’agricoltura fa dunque della sostenibilità il suo più grande investimento: attraverso l’economia circolare ricicla di più per produrre meno scarti inutili, riduce il consumo di acqua attraverso i sistemi di irrigazione a goccia per conservare la risorsa idrica, preserva la biodiversità avendo cura dei suoli e del paesaggio, custodendo i boschi e le foreste.
“La difesa del suolo si mette in pratica anche attraverso la moderna agricoltura e le opportunità presenti nei bandi sull’agrisolare e sull’agrivoltaico di prossima uscita sono da cogliere: valorizzando le aree dedicate e mettendo a punto coretti disciplinari di convivenza tra agricoltura e agrivoltaico.” commenta Garagnani.
Sono infatti – sottolinea Confagricoltura – oltre 700mila le imprese agricole attive sul territorio nazionale a garantire, con il loro lavoro quotidiano, la tutela del patrimonio boschivo e delle biodiversità colturali attraverso pratiche benefiche per l’ambiente e modelli di produzione sempre più evoluti. Lo dimostra il report di AGRIcoltura100, il progetto che Confagricoltura e Reale Mutua portano avanti da anni per la misurazione del livello di sostenibilità del settore primario. Attraverso parametri specifici di valutazione e i risultati ottenuti, il report testimonia come sostenibilità ambientale e sociale siano centrali per più della metà delle oltre 2.800 imprese coinvolte nell’indagine.
Daniele Mattioli
Ufficio Stampa Confagricoltura Bologna