Conclusa la digitalizzazione dei fascicoli processuali sulla Banda della Uno Bianca

Materiale di straordinario valore storico e giudiziario sottratto all’usura del tempo e che ora potrà essere messo a disposizione, per una più puntuale consultazione, di quanti – studiosi, magistrati, avvocati – vorranno approfondire una delle pagine più drammatiche e oscure della storia della Repubblica.

Si è concluso il progetto per il riordino, il restauro e la digitalizzazione dei fascicoli processuali relativi ai delitti commessi dalla Banda della Uno Bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato l’Emilia-Romagna e le Marche provocando 24 morti e oltre 100 feriti.

Una mole enorme di documenti, costituita da 277 faldoni e 11 allegati per 46 metri lineari, relativi ad un arco di tempo che va dal 1990 al 2000, ovvero dalle prime fasi dell’indagine fino al dibattimento in Cassazione. E che comprende anche, in copia, parte del materiale di altre Procure come quella di Rimini e Pesaro.

Un impegno che continua

L’intervento, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, è stato reso possibile da specifici accordi tra l’Archivio di Stato e la Procura da un lato e tra lo stesso Archivio e il Tribunale e la Corte d’Assise di Bologna dall’altro, per il versamento anticipato, rispetto a quanto fissato dal Codice dei Beni culturali, del materiale relativo alle fasi delle indagini e del dibattimento del processo alla banda della Uno bianca. Si rinnova così la proficua collaborazione già formalizzata nel 2011 e che aveva allora consentito il versamento anticipato della documentazione processuale relativa agli episodi di eversione, terrorismo e strage giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971, consentendo la digitalizzazione di 17 fascicoli processuali per un totale di 972 faldoni, tra cui anche quelli relativi alla strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 e all’attentato al treno Italicus.

regione.emilia-romagna.it

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