Neonati prematuri, in Emilia-Romagna diminuiscono i parti pretermine
In Emilia-Romagna calano i parti prematuri, aumenta la prevenzione nelle donne, si rafforza la rete dei Centri Hub in grado di offrire cure neonatali intensive. Giovedì 17 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Prematurità – World Prematurity day, con l’obiettivo di aumentare la conoscenza e sensibilizzare i cittadini sulla nascita pretermine.
Le Aziende sanitarie, ospedaliere ed Irccs dell’Emilia-Romagna promuovono sul territorio da domani e nei prossimi giorni numerose iniziative, tra cui dibattiti, conferenze, momenti di incontro, animazioni, attività specifiche per le famiglie e per i bambini.
Le nascite pretermine in Emilia-Romagna
Nel 2021, in Emilia-Romagna i nati pretermine (prima di 37 settimane di gestazione) sono stati 1.964, il 6,5% di tutti i nati vivi. Nello specifico, nel 4,9% dei casi la nascita è avvenuta tra la trentaquattresima e la trentaseiesima settimana (late preterm); i nati prima di 34 settimane sono l’1,6% di tutti i nati. La nascita pretermine in Emilia-Romagna è in graduale riduzione negli ultimi dieci anni e a contribuire principalmente a questa riduzione sono i late preterm.
Nasce in Centri Hub, in grado di offrire cure neonatali intensive, quasi l’85% dei neonati pretermine; questa frequenza aumenta – fino a oltre il 90% – se si considerano i nati prima di 34 settimane: un indicatore di buon funzionamento del modello organizzativo Hub & Spoke adottato dalla Regione Emilia-Romagna.
Il 92,2% delle donne in gravidanza effettua la prima visita entro la dodicesima settimana, percentuale costantemente in crescita negli ultimi cinque anni (erano 89,1% nel 2017). Una presa in carico appropriata (prima di 12 settimane di gestazione) consente di fornire informazioni, di aderire all’offerta di interventi di prevenzione e di identificare e trattare tempestivamente le condizioni devianti dalla fisiologia.
Le banche del latte in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono quattro le banche del latte, che raccolgono il latte da madri donatrici: Reggio Emilia, Modena, Bologna e Cesena. Quest’ultima è stata la prima ad essere inaugurata, nel 1962, mentre quella di Bologna ha festeggiato recentemente i 10 anni di attività.
Per i neonati prematuri, soprattutto quelli molto piccoli, con peso alla nascita inferiore a 1.500 grammi, essere alimentati con latte della propria madre o con latte umano donato riduce il rischio di malattie gravi (infezioni gravi e sepsi, NEC-enterocolite necrotizzante e displasia broncopolmonare) rispetto al ricevere ‘formula’, l’alimento noto commercialmente come latte artificiale.
Gli studi rilevano che per ogni 8 neonati prematuri alimentati esclusivamente con latte umano (niente formula) si evita un caso di NEC grave, ovvero c’è un neonato in meno che deve essere sottoposto a intervento chirurgico o che muore per questa complicanza.
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