«Da fonti di stampa e sindacali si apprende di forti criticità legate alla condizione di precarietà pluridecennale in cui verserebbero i lavoratori a tempo determinato della Società Bologna Fiere S.p.A, ancora oggi in attesa di stabilizzazione. Ho depositato dunque un’interrogazione alla Ministra del Lavoro Calderone per chiedere innanzitutto se sia a conoscenza di quanto denunciato e poi quali iniziative intenda adottare per risolvere le criticità e consentire il rispetto da parte della Società degli impegni assunti per la stabilizzazione del personale precario da fin troppo tempo». L’onorevole del Movimento Cinque Stelle Stefania Ascari interviene sulla situazione dei lavoratori bolognesi, alcuni dei quali precari da 20 anni. «Per molti di loro si arriverebbero a contare venti anni di precariato, con contratti a tempo determinato rinnovati più e più volte senza mai divenire stabili. Eppure, negli ultimi due anni – sottolinea Ascari -, la Società avrebbe imposto un’importante riorganizzazione societaria attraverso acquisizioni e scorpori delle attività di gestione del quartiere fieristico, nonché il trasferimento del personale, che già nel 2016 era stato interessato dal piano di licenziamenti dell’allora presidente Franco Boni. In particolare, con tale riorganizzazione societaria, oggetto di ben due contratti di espansione, sarebbe stata assicurata dalla direzione di Bologna Fiere la stabilizzazione e il consolidamento dei dipendenti all’interno del quartiere. Tuttavia, in spregio a questi accordi, la Direzione di Bologna Fiere si servirebbe di personale in appalto in più ambiti, dalla sicurezza al controllo accessi, alla viabilità e alle attività complementari, in contrasto col diritto di prelazione alla chiamata riconosciuto al diritto di prelazione alla chiamata riconosciuto al personale precario storico. La decisione di non stabilizzare il personale precario adottata dalla Direzione di Bologna Fiere – rimarca Ascari – stride, oltretutto, con la riapertura e la calendarizzazione di nuove fiere dopo i due anni di restrizioni dettate dalla pandemia e sarebbe totalmente incompatibile con gli impegni istituzionali assunti. Ho interrogato la Ministra per capire quali iniziative intenda adottare».
Donato Ungaro