L’Emilia-Romagna è una delle realtà a livello nazionale maggiormente in grado di richiamare giovani studenti e di valorizzarne le competenze nel mercato del lavoro.
L’Emilia-Romagna è una regione attraente grazie anche alla mobilità di studenti, calamitati dagli atenei lungo tutto la via Emilia, e al capitale umano che trova un terreno fertile nell’articolato sistema di imprese (e della ricerca) nel quale investire le proprie capacità e aspettative.
E, ancora, una regione che indiscutibilmente si conferma, a livello nazionale ed europeo, area a elevata intensità lavorativa: occupazione da record con gli occupati in percentuale sulla popolazione in età attiva che variano dal 63,95% del 2000 al 67,71% del 2020, valori che sono significativamente più elevati non solo rispetto al dato nazionale (52,8% e 57,47%) ma anche a quelli registrati nel resto delle regioni del Nord Italia (59,89% e 65,62%).
La fotografia arriva da una ricerca, commissionata dalla Regione all’Istituto Cattaneo, che ha approfondito, nell’arco degli ultimi decenni, l’impatto dell’evoluzione demografica emiliano-romagnola sul sistema produttivo e sui percorsi lavorativi e di vita delle nuove generazioni.
Il rapporto ha toccato a 360 gradi, sempre per leggere l’universo dei giovani, anche i temi della fecondità, dell’immigrazione, della parità di genere, famiglia, figli, secolarizzazione, partecipazione politica e associativa nonché l’utilizzo dei media, tradizionali e nuovi.
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