Il cinema dell’Emilia-Romagna al Lido di Venezia: da “Il Signore delle formiche” di Gianni Amelio ai restauri della Cineteca
Il grande cinema sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna alla 79^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, grazie alla Film Commission e ai fondi per l’audiovisivo.
Scritto dallo stesso Amelio con Edoardo Petti e Federico Fava, e interpretato da Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e Leonardo Maltese, ripercorre la vicenda umana dello scrittore, poeta, entomologo e intellettuale Aldo Braibanti, vittima nel 1968 di quello che fu definito il “Caso Braibanti”, terminato con l’accusa di plagio psicologico di un giovane da parte di Braibanti e alla condanna di quest’ultimo a 14 anni di carcere.
Girato in buona parte tra il parmense e il piacentino – territori in cui Braibanti è nato è cresciuto – il film è stato prodotto da Kavac Film, Ibc Movie, Tenderstories con Rai Cinema, e uscirà nelle sale italiane dall’8 settembre distribuito da O1 Distribution.
Il racconto di Antonia, trans tumulata con il suo nome di battesimo, Giampaolo, nell’indifferenza dei più, e di Porpora e Nicole, le sue amiche che diversi anni dopo decidono di darle una degna sepoltura. Produzione firmata da Stemal Entertainment, Faber Produzioni con Rai Cinema, prodotto da Donatella Palermo, è stato girato a Bologna, e ha tra le interpreti principali Porpora Marcasciano, scrittrice e attivista da sempre in prima linea per i diritti delle persone trans.
Un road movie da balera interpretato da Stefania Sandrelli e Silvia D’Amico, affiancate da Paolo Rossi e Luisa De Santis, il film racconta la storia di Olimpia, leggenda del liscio e delle balere, che a 70 anni rimette in strada il furgone della sua orchestra e parte per un viaggio con la giovane ed impacciata Maria, in veste di autista, in cerca delle persone che l’hanno amata e dei luoghi che l’hanno resa una star. Prodotto da K+ in collaborazione con Rai Cinema è l’opera prima del regista veneto, ed è stato realizzato prevalentemente nelle terre del Delta del Po, tra Comacchio e Lido degli Estensi.
- “Worlds Apart” di Cecilia Miniucchi
Coprodotto e distribuito dalla bolognese Genoma Films, il film trae spunto dal lockdown del 2020, in cui tre coppie di amici, durante l’isolamento pandemico, rivaluteranno le proprie relazioni con le persone vicine e con se stessi.
Prodotto dalla casa bolognese Articolture, il film segue la vicenda della trentenne Anna, che cambia nome, città e lavoro dopo molti anni di detenzione, rifugiandosi in un piccolo paese dell’entroterra toscano. Il suo passato però viaggia con lei e Anna deve trovare il varco per raggiungere la strada della sua seconda vita.
Il titolo restaurato dalla Cineteca di Bolognanella sezione Venezia Classici.
“Teorema” nel 1968 proprio alla Mostra fece vincere a Laura Betti la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile – come molte opere di Pasolini divise l’opinione pubblica, per le numerose scene di sesso e per le metafore contenute, che scatenarono anche lo sdegno di parte del mondo cattolico.
Anche la casa di distribuzione bolognese si presenta a Venezia con 10 titoli a catalogo, tra cui due nel concorso principale: “The Whale”, il nuovo atteso film di Darren Aronofsky, tratto dalla pièce teatrale di Samuel D. Hunter e interpretato da Brendan Fraser, e “Monica”, storia di una donna che torna a casa dopo una lunga assenza per prendersi cura della madre, opera che saluta il ritorno alla regia di Andrea Pallaoro.
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