Il femminicidio a Bologna di Alessandra Matteuzzi per mano del suo ex era una morte annunciata. Nonostante la denuncia di Alessandra Matteuzzi, il femminicida ha potuto infatti raggiungere la vittima sotto casa e ucciderla brutalmente a martellate. Viene automatico chiedersi perché non sia stato emesso il divieto di avvicinamento e a che cosa servano questi divieti se poi non vengono monitorati e fatti rispettare, ad esempio con l’adozione del braccialetto elettronico. Bisogna garantire la sicurezza alle donne che denunciano i maschi violenti e maltrattanti, o le vittime di violenza perderanno il coraggio di denunciare.
Nella notte precedente al femminicidio una turista era stata vittima di uno stupro nelle vie della zona universitaria, sempre a Bologna.
È già lunga quest’anno la lista nera di violenze, prevaricazioni e aggressioni omicide che hanno per bersaglio le donne, vittime di una cultura sessista sistemica che in Italia ha causato in un anno 126 femminicidi (fonte: dossier annuale del Viminale), 17 più dell’anno precedente.
Purtroppo le nostre istituzioni sono ancora inadeguate nel contrastare questo terribile fenomeno a causa di scarsi finanziamenti ai centri antiviolenza, insufficiente formazione specifica a magistratura e forze dell’ordine, che troppo spesso non riescono ad impedire agli stalker di ammazzare le donne che li hanno denunciati. Infine – come antidoto al permanere della cultura maschilista – inerzia nel promuovere l’educazione all’affettività nelle scuole per sensibilizzare le persone già dall’infanzia sugli stereotipi di genere, il rispetto e il consenso nelle relazioni di coppia.
Stereotipi che si manifestano a tutti i livelli: da ultimo nelle parole, che lasciano sgomenti, del direttore della Croce Bianca dell’Emilia-Romagna che ha dichiarato in relazione al femminicidio di Alessandra: “Conciata così per forza il fidanzato era geloso”!!! Anche la politica dà segnali ignobili sul tema della violenza contro le donne. Mi riferisco alla diffusione del video dello stupro avvenuto a Piacenza da parte di Giorgia Meloni sui social di Fratelli d’Italia. Usare le riprese di un atto così violento e brutale per sostenere i programmi della propria campagna elettorale è un gesto inaccettabile che viola ogni senso di rispetto della persona, anche se il viso della vittima in questo caso era stato reso irriconoscibile. Non meno riprovevoli sono le testate giornalistiche che per prime hanno messo in rete il video sullo stupro, un’ulteriore pesantissima violenza ai danni della vittima. Faccio quindi mie le parole di Antonella Veltri, Presidente di D.I.re – il coordinamento nazionale Donne in rete contro la violenza: “Continuiamo ad assistere a morti annunciate: le donne uccise per mano maschile di fronte all’impotenza di istituzioni che non credono alle parole delle donne e non applicano correttamente le misure esistenti. Una denuncia a cui non ha fatto seguito la valutazione del rischio. Lo diciamo da sempre, abbiamo bisogno di essere credute e di avere risposte adeguate al fenomeno della violenza maschile alle donne”.
È sempre più necessario che la competenza dei Centri antiviolenza venga presa sul serio e utilizzata per formare in maniera adeguata forze dell’ordine, magistrati, psicologi e medici, così da migliorare l’assistenza e la protezione delle donne vittime di violenza. Basta femminicidi annunciati!!!
Al di là di inutili strumentalizzazioni, i partiti non trascurino l’urgenza di fare delle politiche contro le violenze di genere una priorità dei loro programmi elettorali. Per l’alleanza Europa Verde Sinistra Italiana lo è già da sempre.
Silvestro Ramunno