Nido per tutti: misura straordinaria della Regione, 7 milioni ai Comuni per attivare nuovi posti
Un intervento straordinario per un obiettivo primario: accogliere tutti i bambini e le bambine nei nidi dell’Emilia-Romagna. I piccoli le cui famiglie e genitori hanno presentato richiesta ai Comuni, dove si è già registrato un aumento delle domande.
La Regione ha infatti deciso di intervenire per dare una risposta positiva già nell’anno educativo che si aprirà, 2022-23. Stanziando 7 milioni di euro con una misura straordinaria e sperimentale per consentire ai Comuni un primo ampliamento dell’offerta educativa già da settembre, con un contributo di 4.500 euro annui per ogni nuovo posto attivato, e il conseguentemente abbattimento delle liste di attesa.
Il finanziamento dell’intervento è reso possibile dall’utilizzo dei nuovi fondi europei: la Regione Emilia-Romagna è infatti la prima ad avere visto approvati dalla Commissione europea i propri programmi operativi sia del Fondo sociale europeo (Fse Plus) che del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per il settennato 2021-27, a poca distanza dalla firma, il 19 luglio scorso, dell’accordo di partenariato tra Bruxelles e il Governo italiano.
La Giunta Bonaccini è ora nelle condizioni di accelerare rispetto ad uno degli obiettivi più qualificanti del programma di legislatura: trasformare i servizi per l’infanzia in servizi universali, abbattendo progressivamente sia le liste d’attesa che le tariffe a carico delle famiglie per accogliere entro il 2025 tutte le bambine e i bambini, dando così risposta a ogni famiglia.
Una nuova ed efficace leva che dispiegherà i suoi effetti permettendo ai sindaci, di fronte alla crescita di richieste d’accesso già registrata da molte amministrazioni comunali, di ampliare la risposta. Non a caso, la prima attivazione dello strumento è stata condivisa al tavolo voluto dalla Regione con i gestori riunito nei giorni scorsi dalla vicepresidente della Regione.
Già nelle prossime settimane, con l’avvio del nuovo anno educativo, i genitori che hanno fatto richiesta potranno vedere accolti i loro figli, perché i sindaci saranno nelle condizioni di potenziare i servizi.
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