Incendi: nonostante la gravità di tutti i parametri ambientali, la situazione rimane sotto controllo
All’interno di una situazione di perdurante gravità, finora si sono verificati eventi meno gravi e disastrosi di quelli che era lecito temere.
Tutti i parametri meteorologici fotografano una realtà inedita, frutto di un cambiamento climatico che sta mostrando i suoi effetti in forme sempre più evidenti. Le condizioni peggiori si registrano nell’intera pianura e nell’Appennino centro-occidentale, ma tutta l’Emilia-Romagna soffre da mesi di siccità, le temperature sono spesso superiori alle medie stagionali, le piogge sono scarsissime, lo stato della vegetazione è visibilmente sofferente; solo la ventilazione, debole o assente, limita l’indice di propagazione degli incendi, eppure il numero di quelli boschivi (in media, un paio al giorno) e la loro dimensione restano sotto controllo; più frequenti gli incendi di vegetazione (oltre 200 a settimana, nei campi e sterpaglie), di dimensioni ridotte.
A spiegare questo stato delle cose, ben diverso da quella di altre realtà territoriali, concorrono i comportamenti dei cittadini, con un diffuso senso civico, e l’efficienza del sistema di prevenzione e spegnimento degli incendi. Dal 1° luglio, come avviene da anni, presso la sede dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, in viale Silvani 6d, tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 8 alle 20, è attiva la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP): squadre dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri forestali e del volontariato di protezione civile coordinano le attività di avvistamento, prevenzione, spegnimento, e repressione delle violazioni.
Questi soggetti, insieme ad Arpae-ER, si confrontano in riunioni settimanali per monitorare i dati raccolti e l’evoluzione del contesto: da quella del 20 luglio, si è ricavato che le previsioni meteo non fanno sperare in un ravvicinato miglioramento, qualcosa si annuncia a partire dai primi di agosto, ma questa estate sembra destinata a stabilire nuovi primati negativi rispetto a numerosi parametri ambientali.
Emanato dal Direttore dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, Rita Nicolini, d’intesa con la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco e il Comando Regione Carabinieri Forestale, il provvedimento stabilisce il divieto assoluto di accendere fuochi o utilizzare strumenti che producano fiamme, scintille o braci, e vieta gli abbruciamenti di residui vegetali e stoppie.
All’aumento dei divieti, corrisponde l’inasprimento delle misure di deterrenza: chi viola le regole o adotta comportamenti pericolosi potrà subire sanzioni fino a 10.000 euro. Sotto il profilo penale, è prevista la reclusione da 4 a 10 anni se l’incendio è doloso (provocato volontariamente); ma anche se l’atto risulta colposo (causato in maniera involontaria), per negligenza, imprudenza o imperizia, si può essere condannati a risarcire i danni.
Prosegue, nel frattempo, l’attività di formazione del volontariato
Ultimo esempio, i 53 nuovi volontari, nel modenese, abilitati all’avvistamento di incendi boschivi. In seguito alla dichiarazione dello stato di grave pericolosità, durante le giornate di sabato e domenica i volontari presidiano cinque punti di avvistamento: Monte Calvanella, Sasso della Croce, Monte Ravaglia, Torre di Gaiato e Monte Pizzicano.
La Giunta regionale, nella seduta del 18 luglio, ha approvato il nuovo Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, valido fino al 2026.
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