“Chiediamo la verità sugli autori e sulle responsabilità. Sgombrando definitivamente il campo dagli ostacoli e dai tentativi di depistaggio che hanno finora impedito di fare piena luce su uno degli episodi più gravi e oscuri della storia repubblicana, un vero e proprio atto di guerra nei cieli italiani in cui hanno perso la vita 81 persone”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in occasione del 42^ anniversario della strage di Ustica.
Era il 27 giugno 1980, quando un DC9 Itavia decollò da Bologna destinazione Palermo, senza mai giungere a destinazione.
“C’è una sentenza che oltre 20 anni fa ci ha consegnato una verità giudiziaria. Eppure – sottolinea il presidente della Regione- ancora oggi non abbiamo una ricostruzione condivisa e definitiva di quanto accadde, delle circostanze e delle dinamiche. E questo è inaccettabile per un Paese civile.”
“A pochi mesi dalla importante sentenza che fa luce su collegamenti e responsabilità della strage alla Stazione di Bologna, rinnoviamo dunque il nostro invito alle Istituzioni, alla politica, alla magistratura. E’ necessario un impegno comune anche sul piano diplomatico affinché sia fatta piena luce su quest’altra drammatica vicenda che ha colpito il nostro Paese. Lo dobbiamo prima di ogni cosa alle vittime e ai lori familiari, a cui ci stringiamo. Lo dobbiamo ai nostri giovani, cui vogliamo trasmettere i valori della verità, dei diritti di convivenza civile, del rispetto delle leggi. Della memoria”.
“Un’opera portata avanti in maniera instancabile dall’Associazione dei familiari delle vittime- chiude Bonaccini- e dalla presidente Daria Bonfietti: a loro va il grazie dell’intera comunità regionale e di quella nazionale per la tenacia con cui in questi anni si sono spesi per evitare che calasse il silenzio su questa vicenda e per la piena affermazione della verità. Anche per questo è importante ragionare sul futuro del Museo per la Memoria di Ustica a Bologna, per farne un polo culturale, centro di documentazione e ricerca, aperto anche al mondo della scuola”.
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