Transizione ecologica, in Emilia-Romagna le Comunità energetiche rinnovabili diventano legge
Un condominio che produce da sé l’energia elettrica di cui ha bisogno e ne accumula anche per alimentare una flotta di automobili elettriche: sembra un sogno, quando invece a Scandiano (Reggio Emilia) è già una realtà, che la Regione intende replicare su larga scala grazie alla legge sulle Comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile, oggi approvata all’unanimità in Assemblea legislativa.
Giunge così al termine l’iter legislativo avviato con una proposta di legge della Giunta regionale – poi integrata con due progetti dei consiglieri – finalizzata a sostenere lo sviluppo delle Cer e dell’autoconsumo collettivo: gruppi di persone fisiche, imprese, enti territoriali, di ricerca e formazione, religiosi, del Terzo settore e di protezione ambientale che decidono di agire collettivamente per produrre, distribuire, scambiare, accumulare energia a impatto zero attraverso impianti di energia rinnovabile.
Con l’obiettivo di contribuire in maniera concreta al raggiungimento della piena decarbonizzazione e ridurre le emissioni di gas climalteranti in atmosfera, per il quale sono necessari un maggiore sfruttamento del potenziale delle fonti di energia rinnovabile, promuovendo un sistema energetico decentrato e interconnesso, anche grazie ad un ruolo più attivo dei clienti finali.
Un ambito in cui, oltre a Scandiano, in Emilia-Romagna sono già attive diverse sperimentazioni: a Imola un gruppo di imprese produce collettivamente e consuma energia generata da fonti rinnovabili, a Bologna si lavora a Geco, un progetto per sviluppare la produzione sostenibile di energia nella zona Pilastro-Roveri.
Le comunità energetiche non solo metteranno in condizione di incrementare la produzione, l’utilizzo e l’accumulo delle energie rinnovabili in Emilia-Romagna, ma consentiranno di farlo valorizzando progetti e azioni di coesione sociale, per ridurre i prelievi energetici dalla rete e per contrastare la povertà energetica. Cittadini, imprese, enti locali e associazioni saranno al centro della transizione energetica, protagonisti di un cambiamento senza precedenti. La Regione avrà un particolare riguardo per i progetti a forte valenza sociale e territoriale che coinvolgano i soggetti svantaggiati, ma anche per le opportunità che si potranno creare per il mondo economico.
La nuova legge rappresenta un importante passo avanti verso il raggiungimento degli obiettivi individuati dal Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione a dicembre 2020, con il quale è stato previsto il raggiungimento della ‘neutralità carbonica’ entro il 2050 e il passaggio alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035.
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