Un contesto europeo e internazionale sconvolto dalla guerra in Ucraina e ancora afflitto dalla pandemia da Covid 19, che sta frenando la nascente ripresa economica, con il serio rischio di accentuare la crisi socioeconomica, facendo emergere contraddizioni e amplificando vulnerabilità e diseguaglianze.
E un’Unione europea che per fronteggiare questo complesso quadro di crisi ha proposto soluzioni innovative, svolgendo un fondamentale ruolo di impulso e coordinamento tra i Governi centrali e regionali per favorire politiche di sviluppo economico, sociale e di giustizia climatica.
Su più fronti è stato determinante l’intervento europeo, anche come fattore propulsivo delle linee strategiche seguite a livello mondiale: dal Next Generation EU alle azioni per trasformare il Green Deal europeo in realtà, dalle oltre duemila misure adottate dall’inizio della pandemia per attenuare l’impatto economico della crisi sanitaria mondiale all’accelerazione impressa per la digitalizzazione; fino all’utilizzo, per la prima volta in assoluto, dello strumento europeo per la pace (Epf) per il finanziamento e l’invio di armi ad un Paese sotto sotto attacco.
Emilia-Romagna Regione europeista
Dagli interventi è emerso come l’Emilia-Romagna confermi la propria vocazione di Regione europeista, sulla scia tracciata fin dalla sua nascita dal primo presidente, Guido Fanti, ricordato poche settimane fa a dieci anni dalla scomparsa. Parte da lì quella visione dell’Europa delle Regioni che ancora oggi vede l’Emilia-Romagna protagonista.
È, infatti, una delle regioni europee più virtuose: sia per la capacità di programmare e spendere i fondi strutturali, sia per capacità di attrarre risorse e cogliere le opportunità che l’Europa offre: a partire dal Centro per le Previsioni Meteo europeo o dal supercomputer Leonardo, a Bologna. Sono investimenti in Emilia-Romagna ma per l’Italia e l’Europa, che hanno scelto il territorio emiliano-romagnolo per l’hub dei Big Data.
Un salto di qualità per l’Europa
Ora all’Europa serve un altro salto di qualità, per affrontare sfide inedite: è venuto il tempo di una revisione dei trattati per rendere l’Ue più forte e democratica, più capace di decidere e agire da attore globale, con una voce sola in politica estera e di difesa; più autonoma e meno vulnerabile in materia energetica; più solidale su immigrazione e accoglienza.
In questa fase particolarmente difficile, incerta e complessa, è stato poi sottolineato, è ancora più necessario coordinare le scelte della Regione Emilia-Romagna con le strategie politiche dell’Unione Europea, soprattutto nei prossimi mesi, che saranno decisivi per mettere a terra gli interventi previsti dal Next Generation EU.
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