Questo mese l’intervista si propone di dar voce alla Pubblica Assistenza Crevalcore un’importante realtà associativa del territorio che potremmo definire “grande” non soltanto nei numeri (moltissimi sono i volontari che ne fanno parte) ma soprattutto per l’impegno profuso – ogni giorno – a favore delle popolazioni locali e limitrofe.
Com’è nata e di cosa si occupa la vostra Associazione?
La Pubblica Assistenza Crevalcore è nata nel 1985 in un periodo in cui sul territorio non c’era una vera e propria copertura dell’emergenza sanitaria come la intendiamo noi oggi. In particolare a quei tempi non tutti gli ospedali avevano ambulanze in dotazione, e spettava ai pazienti doversi recare verso i luoghi di soccorso con i propri mezzi, poi piano piano, agli inizi degli anni ’90, il bisogno ha fatto emergere il Servizio del 118 (che proprio in questi giorni ha celebrato il suo Trentesimo Anniversario). Nei primi anni, le ambulanze venivano utilizzate per il trasporto dei pazienti da ospedale a ospedale e, solo successivamente, con forte impulso proveniente dal mondo del volontariato, soprattutto in provincia, si è potuto invertire questa tendenza facendo diventare le ambulanze un vero e proprio servizio di soccorso “capace di recarsi verso” le persone in stato di difficoltà.
Non è un caso che questi primi passi (e relative sperimentazioni), che hanno consentito al servizio di pronto intervento di evolversi e migliorare, siano stati mossi proprio a Bologna che ha – di fatto – spianato la strada a molte altre realtà italiane. Questo perché proprio in quegli anni si sono verificati incidenti, stragi e catastrofi che hanno richiesto interventi immediati e attrezzati, sui luoghi del bisogno (pensiamo alla Strage di Bologna del 1980, alla Strage del Rapido 904 del 1984, all’Incidente ferroviario della Bolognina nel 2005). E la Pubblica Assistenza Crevalcore è un’associazione che è stata creata appunto con la vocazione di rispondere a questo tipo di necessità sul territorio. Territorio che non si limita al paese di Crevalcore ma, per la posizione strategica che possiede, va inteso in senso molto più ampio: ricomprendendo molti territori tra Bologna, Modena e Ferrara. A livello sinergico la Pubblica Assistenza ha stipulato una specifica convenzione con il Servizio 118, attraverso cui si impegna a garantire alle popolazioni locali: – Un servizio d’emergenza attivo 365 gg l’anno (dalle ore 7 alle ore 24); – La messa a disposizione di un mezzo attrezzato (in convenzione con l’AUSL) per il servizio intra-ospedaliero (dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 19); – Servizi di assistenza alle grandi manifestazioni, fiere, celebrazioni, gare sportive, ecc…; – Servizi di trasporti sociali.
Durante l’emergenza Covid, la Pubblica Assistenza ha messo in campo diverse attività sul territorio, le possiamo ripercorrere?
L’emergenza, dovuta alla pandemia Covid-19, ha certamente sconvolto le vite di tutti, noi compresi. Ma questo non ci ha demoralizzati, anzi ci ha reso più uniti e insieme abbiamo fronteggiato la situazione attraverso servizi e attività molto preziose per tantissime persone. In primis il nostro impegno si è concretizzato nel fornire supporto ai servizi dell’Hub vaccinale che è stato realizzato a Crevalcore. Hub sul quale abbiamo impegnato diversi volontari (in media otto persone a turno) e specifiche attrezzature [Qualche dato: solo nell’anno 2021 siamo stati operativi per circa 174 giorni, per un totale di 881,50 ore]. Inoltre abbiamo messo a disposizione un’ambulanza per la città di Bologna dedicata al trasporto dei pazienti colpiti dal Covid. Ed ancora abbiamo fornito servizi di assistenza e consegna domiciliare di beni di prima necessità e farmaci (anche salva-vita). Precisiamo che tutte queste le abbiamo svolte senza ricevere alcun compenso ed anzi, ciò ha comportato per noi il rallentamento di altre attività che generano contributi. Oltre a ciò il Covid ha praticamente fermato i nostri corsi di formazione, e ha ulteriormente evidenziato l’esigenza per noi di avere spazi più ampi e logisticamente più efficaci per le nostre attività. Come per esempio la necessità di avere un magazzino, degli adeguati spogliatoi per i nostri operatori, un ambiente ampio e attrezzato per i corsi di formazione ed anche zone comuni dove poter mangiare. La cosa positiva è stata invece la risposta della comunità territoriale che, a fronte dell’emergenza, ha avuto slanci di solidarietà fornendoci sostegno, contributi, materiali (come mascherine e tute, ora indispensabili), e addirittura alcune persone (20-25) si sono rese disponibili e attive, unendosi ai nostri volontari.
… Ed ora anche l’emergenza umanitaria (la guerra in Ucraina): come si concretizza il vostro impegno in questo ambito?
Ai primi di marzo, di quest’anno, a pochi giorni dall’invasione della Russia sull’Ucraina, è pervenuta al Sindaco di Crevalcore la richiesta di famiglie del territorio che avevano bisogno di andare a prendere parenti in fuga dalla guerra. Così ci siamo prontamente attivati, mettendo a disposizione un mezzo e tre volontari che, insieme al Sindaco Marco Martelli, sono stati tra i primi a recarsi al confine fra Romania e Moldavia per recuperare persone (donne e bambini) in cerca di rifugio… Abbiamo svolto tutto sotto l’egida dell’ANPAS, per la quale continuiamo ancora ad operare in varie attività umanitarie (tipo raccolta di medicinali, ecc..).
Che valore stanno avendo queste importanti azioni per il territorio?
La nostra associazione è al servizio delle comunità, del territorio e delle istituzioni locali, agendo in modo del tutto trasversale indipendentemente dall’appartenenza religiosa, politica, ideologica o culturale delle persone. E questo certamente rispecchia i nostri valori di “Uguaglianza-Libertà-Fratellanza-Democrazia” che, da sempre, ci caratterizzano e ci impegniamo a diffondere. Oltre alle attività svolte e ai percorsi formativi (che proponiamo alle famiglie, ai professionisti, alle scuole o altre organizzazioni), c’è un grande valore sociale che va attribuito alla nostra realtà che negli anni ha dato origine ad una comunità di persone con saldi valori, aperta e inclusiva. Fornendo a uomini e donne (di qualsiasi età) la possibilità di sentirsi parte di una grande famiglia, accomunati dal desiderio di fare del bene per il proprio territorio.
Come associazione quali progetti avete per il futuro?
La Pubblica Assistenza è un’associazione che guarda al futuro… lo dimostra, per esempio, il servizio “Emergency Bike”, recentemente attivato, e volto a ad essere sempre più vicini alle situazioni, tempestivi e flessibili. Si tratta infatti di operatori preparati che intervengono mediante l’uso di speciali bici attrezzate e dotate di strumentazione utile per il soccorso d’emergenza durante le manifestazioni di massa come allo stadio.
In particolare desideriamo continuare a crescere e a migliorarci, per questo (ormai da qualche anno) abbiamo pronto un progetto improntato alla realizzazione di una nuova nostra sede, non solo più grande, ma anche maggiormente attrezzata e idonea alle attività che già svolgiamo sul territorio.
Un salto di qualità che ci consentirebbe non solo di rendere più efficienti i nostri servizi ma anche di migliorare il nostro comparto “formativo”, a cui teniamo particolarmente, in virtù del fatto che per essere professionali e crescere come persone occorre prima di tutto “essere preparati”.
In tutto ciò abbiamo dimostrato di essere parte attiva del territorio, di saperci prontamente adattare alle situazioni, ai bisogni e alle emergenze… ora vorremmo poter concretizzare i nostri progetti per essere sempre più rispondenti ai bisogni della comunità con la quale e per la quale esistiamo.
Si ringrazia per la gentile collaborazione: Giovanni Di Girolamo (Presidente), la Dott.ssa Manuela Tomba (Direttore Sanitario) e Ambra Borsari (Amministrazione).
Laura Palopoli