Twitch e i guadagni dello streaming: quando serve aprire una partita IVA
Da diversi anni il mondo dello streaming concede moltissime opportunità in chiave non solo di divertimento, ma anche di guadagno. Ha impiegato pochissimo tempo per diventare una delle forme di lavoro digitale più remunerative in assoluto, basata su visualizzazioni, pubblicità, affiliazioni e partnership dirette con marchi sponsor. Basti pensare ad esempio a Twitch, un must nel settore dello streaming dei videogiochi e non solo, che ogni giorno porta milioni di euro agli streamer di tutto il mondo. Ma quando arriva il momento di aprire una partita IVA?
I possibili guadagni via Twitch e i requisiti per monetizzare
Twitch, piattaforma acquisita da Amazon, ha un sistema di revenue abbastanza complesso, che varia in base al livello dello streamer e ai numeri del suo canale. I metodi per monetizzare le live mandate in onda su Twitch sono sostanzialmente tre: le iscrizioni al canale con il pagamento di una quota mensile, le donazioni in bit fatte dagli utenti durante le trasmissioni e le affiliazioni con sponsor e partnership con l’aggiunta di link referral in calce al video. Naturalmente il sistema è molto più complesso, perché Twitch prevede un meccanismo di guadagno che scala in base al successo registrato dal canale.
Per quel che riguarda i guadagni, potenzialmente si parla di migliaia e migliaia di euro mensili, ma tutto dipende ovviamente dal riscontro dello streamer, dal pubblico che riesce a fidelizzare, e dalla sua capacità di conquistare il cuore e l’attenzione degli spettatori. Gli streamer di videogame sono quelli che riscontrano il seguito maggiore, tanto che nei primi posti della classifica dei guadagni se ne trovano addirittura due, con un guadagno attuale dai 5 agli 8 milioni di dollari. Gli streamer italiani più famosi, invece, finora hanno guadagnato circa 800 mila dollari e 540 mila dollari. Queste sono cifre che, per chi è agli inizi, sono difficilmente raggiungibili in poco tempo, ma danno una panoramica di quello che si può ottenere facendo lo streamer a tempo pieno.
Guadagnare con Twitch: l’apertura della partita IVA
L’apertura della partita IVA è una tappa obbligatoria per chi guadagna con Twitch, anche se il discorso è molto complesso e andrebbe approfondito con un esperto in base alla propria situazione. Per chi ne fosse già in possesso, comunque, è innanzitutto consigliabile verificarne lo stato, o controllare quantomeno che sia corretta, seguendo alcune specifiche guide presenti online. Tra queste, ad esempio, c’è l’approfondimento realizzato da iCribis, che mostra cos’è e come si effettua una verifica della partita IVA. Va poi sottolineato che trattandosi di una libera professione, con attività continuativa, in teoria non dovrebbe contare il discorso relativo alla quota dei guadagni raggiunta annualmente (con il tetto di 5.000 euro).
Chiaramente il consiglio principale è quello di affidarsi sempre ad un commercialista, per l’apertura della partita IVA e non solo. Il commercialista, infatti, è una figura fondamentale anche per la definizione dei codici ATECO corretti da utilizzare per una specifica attività. Essendo lo streaming un settore relativamente nuovo, è fondamentale affidarsi a qualcuno che abbia già esperienza in questo ambito.