Legambiente: il Consiglio Regionale non voti un Piano del Traffico nemico del clima
Nei giorni di mercoledì e giovedì – praticamente in sordina e poco prima delle Feste Natalizie – il Consiglio Regionale è chiamato a votare il PRIT. Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti è uno dei piani più importanti della programmazione regionale, essendo il traffico un settore strettamente responsabile dei cambiamenti climatici.
Il Piano che arriva al voto è praticamente lo stesso che era stato presentato ma non approvato due anni fa: un Piano “imbalsamato” e non aggiornato al quadro politico e ambientale attuale, che viene presentato pari pari.
Va evidenziato che da due anni a questa parte le cose sono cambiate sia a livello globale che nel contesto politico regionale. In particolare nel Patto Clima e Lavoro la Regione si è data obiettivi di riduzione del traffico veicolare e delle emissioni climalteranti molto significativi. Arrivare dunque ad approvare un Piano strategico com’è quello sulla mobilità, senza un aggiornamento ai nuovi obiettivi e senza tenere conto del cambiamento di scenario di questi anni, ci pare assolutamente grave, sia dal punto di vista tecnico scientifico che politico.
Il piano del 2019, infatti, partiva dall’attestazione che avrebbe comportato un aumento delle emissioni di CO2 del 2%, dunque in completa antitesi con gli obiettivi sul Clima che la Regione professa di seguire. Stessa cosa per gli obiettivi di riduzione del traffico che la Regione si è data: in teoria un meno 20% al 2025, che non è chiaro come possa essere raggiunto aumentando il numero di autostrade e allargando le esistenti.
La stessa incongruenza si riscontra rispetto al contrasto fra i contenuti del Piano in materia di infrastrutture stradali e gli obiettivi in materia di qualità dell’aria della Regione stessa. Vale la pena ricordare peraltro le procedure d’infrazione aperte contro l’Italia per il mancato rispetto delle norme europee per il contrasto dell’inquinamento atmosferico: sotto questo punto di vista l’approvazione del Piano con gli stessi contenuti di due anni fa appare anacronistico.
Insomma, il Consiglio Regionale, con un unico voto, rischia di perdere la faccia sul piano della coerenza e su quello della serietà amministrativa.
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Ufficio Stampa – Legambiente Emilia Romagna