Sono improntate alla stabilità le previsioni per i prossimi mesi delle cooperative associate a Legacoop Bologna. In base ai dati dell’ultima rilevazione fatta dall’area studi di Legacoop, il 61% del campione prevede una domanda stazionaria, occupazione e investimenti stabili (rispettivamente 74% e 52%). Rispetto alla precedente rilevazione si registra una tendenza al miglioramento perché diminuisce sensibilmente la quota di imprese cooperative con prospettive negative.
Sono alcuni dei dati presentati nel corso dell’annuale Assemblea dei Delegati delle 172 imprese cooperative aderenti a Legacoop Bologna, tenutasi oggi negli spazi di Dumbo.
Dopo i saluti del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, del presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, e un video in ricordo di Luciano Calanchi e Adriano Turrini, ha preso la parola la presidente Rita Ghedini che nella sua relazione ha scattato una fotografia delle associate a Legacoop, a cominciare dalla buona occupazione: il 92,1% dei lavoratori occupati nelle imprese aderenti ha un contratto a tempo indeterminato, contro l’88,7% delle imprese private del territorio bolognese. Il 90% degli associati garantisce percorsi di formazione ai propri addetti e collaboratori, soci o non soci, contro il 60 % delle imprese private. Il 53% garantisce l’accesso a strumenti di conciliazione vita-lavoro ad una platea di lavoratrici e lavoratori pari al 97% degli occupati, contro il 33% delle imprese private. Il 92% prestazioni di sanità integrativa, contro il 62% delle altre imprese; l’86% mette a disposizione strumenti per sostenere l’educazione dei figli.
Infine, oltre 3500 persone sono state coinvolte in percorsi di politiche attive per il lavoro attraverso le cooperative associate.
“La cooperazione migliora la qualità del lavoro sul territorio. Lo vogliamo ribadire proprio nei giorni in cui il tema del “buon lavoro” è al centro dell’attenzione politica e dei media – commenta Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna – Ma vogliamo fare un passo in più, valorizzando la tradizione di partecipazione del territorio. Per avere buon lavoro e coesione sociale è necessario estendere il Protocollo appalti del Comune di Bologna a tutte le società partecipate e a tutte le stazioni appaltanti della Città Metropolitana. Sul lavoro, sulla sicurezza e sulla formazione non si fa concorrenza. Questo approccio deve riguardare anche, più che mai ora nel perdurare della crisi sanitaria, l’amministrazione della sanità nella sua qualità di stazione appaltante, da troppi mesi indisponibile al confronto”.
Rispetto all’anno della pandemia e del lockdown, in cui comunque la cooperazione bolognese ha registrato una tenuta del fatturato (ma con forti differenze tra i vari settori), la prospettiva è in miglioramento, ma la meta non è ancora raggiunta. Per questo i cooperatori hanno lanciato un appello alla responsabilità alle istituzioni. “Ci aspettiamo che un Governo liberato dall’assillo del consenso a breve, in ragione della sua natura e composizione, continui ad occuparsi con determinazione delle questioni imprescindibili per fronteggiare la crisi sanitaria e garantire che l’investimento straordinario per la ripresa sostenga azioni concrete e lungimiranti – ha aggiunto Rita Ghedini – Per tutto ciò che ha natura squisitamente politica, il Parlamento deve ritrovare il proprio ruolo, a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica. Dopo la pandemia,il Paese non può sopportare shock istituzionali”.
Dopo la relazione della presidente si sono tenute due tavole rotonde. La prima, dedicata a Trasformazione digitale, big data, piattaforme e Tecnopolo di Bologna, ha visto gli interventi di Francesco Ubertini, presidente di IFAB (International Foundation Big Data & Artificial Intelligence for Human Developement), Rosa Grimaldi, delegata del sindaco al Tecnopolo, Gianpiero Calzolari per Granarolo, Marisa Parmigiani di Unipol, Simone Gamberini di Coofond e Piero Ingrosso per AlmaVicoo. Nella seconda tavola rotonda si è discusso di PNRR e crescita sostenibilecon Anna Lisa Boni, assessora a fondi europei, Franca Guglielmetti di Cadiai, Mario Cifiello di Coop Alleanza 3.0, Francesco Malaguti di Camst e Renata Pascarelli di Coop Italia.
Nel corso dell’assemblea sono stati illustrati i progetti: Bologna 2030 – Visioni cooperative per lo sviluppo sostenibile, Vicoo Platform – Acceleratore di comunità per piattaforme digitali cooperative, Vitamina C Digitale – Cooperazione, competenze e cultura d’impresa digitale per le scuole e Think4Food- Open innovation per la filiera cooperativa agroalimentare, che verrà portato a gennaio all’EXPO di Dubai. Nel corso dell’evento è stato presentato in anteprima Change-Makers, il nuovo progetto editoriale a cura di AlmaVicoo, il Centro Universitario per la formazione e la promozione dell’impresa cooperativa,fondato da Legacoop Bologna e Università di Bologna
A fine 2020, le cooperative associate a Legacoop Bologna avevano sviluppato un valore della produzione di 15 miliardi di euro (+0,5% sul 2019). Anche nell’anno del lockdown l’occupazione è rimasta stabile (la lieve variazione negativa è dovuta a prepensionamenti e ad alcune cessioni di attività), con il 92% di contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Silvestro Ramunno – Homina