In che modo la mobilità urbana si dovrà misurare con la sfida climatica e quali sono le misure che si stanno già adottando in Emilia-Romagna: è stato questo il focus del convegno di Legambiente “Il contributo del trasporto pubblico locale nella lotta ai cambiamenti climatici”, tenutosi stamattina a Bologna. L’iniziativa, che fa parte della campagna europea Clean Cities, è stata l’occasione per presentare i risultati del Rapporto CittàMez di Legambiente e Motus-E e il dossier La mobilità a favore del clima, e per confrontarsi con enti pubblici e aziende sul futuro del trasporto pubblico locale.
Tanti i temi emersi dall’associazione e dal dibattito in corso, che testimoniano l’importanza di un trasporto pubblico moderno e sostenibile. Tutti concordi che prima della pandemia il numero dei pendolari fosse in crescita in Emilia-Romagna e che laddove vengono proposte linee di trasporto pubblico frequenti e veloci gli utenti aumentino rapidamente. Certo i tempi di percorrenza devono essere competitivi con l’auto e dunque la viabilità delle città deve tenerne conto.
Molto dinamico anche il sistema tecnologico: Industria Italiana Autobus ha annunciato che negli stabilimenti bolognesi vedrà la luce il primo bus interamente elettrico nazionale, Tper ha segnalato che sono già in servizio i primi bus completamente elettrici e a biometano da fonti rinnovabili, e si stanno sperimentando alcune stazioni di ricarica ad alta velocità presso i depositi dell’azienda milanese dei trasporti (con una tecnologia Made in Italy prodotta dallo stabilimento toscano di ABB).
Dai dati del Rapporto CittàMez emerge che Bologna, grazie ad un buon servizio di filobus, di treni metropolitani, 12 stazioni in città o immediate vicinanze, è tra le prime in Italia nella nuova mobilità emissioni zero (MEZ): è infatti elettrico il 27% dell’offerta di trasporto pubblico.
Resta tuttavia ancora bassa la penetrazione dei bus 100% elettrici, che per l’associazione devono essere il futuro immediato della mobilità di Bologna.
Sul versante elettrico, tuttavia, Parma e Modena – assieme a Bologna – possono vantare la permanenza storica del sistema filobus che oggi risulta un’opzione ecologica importantissima. L’azienda parmense Tep ha evidenziato, infatti, come esistano ormai in servizi filobus che possono percorre tratti anche a batteria, allungando dunque la percorrenza ben oltre la linea elettrificata.
L’elettrificazione del trasporto pubblico è comunque destinata a crescere: progetti di metro tram sono in corso a Bologna, Reggio-Emilia e Rimini, mentre grazie al PNRR si dovrebbe completare l’elettrificazione della rete ferroviaria regionale.
Purtroppo, sul lato autobus nel breve futuro sembra che rimarranno in servizio ancora troppi mezzi diesel e tanto metano fossile (oggetto di molte gare di acquisto in corso). Si segnala, inoltre, la totale assenza di mezzi elettrici in buona parte delle altre città della regione.
Tornando al rapporto dell’associazione, nel focus su Bologna positivo il servizio di car sharing e di bike sharing, in parte a pedalata assistita, che offre una buona disponibilità di mezzi, al 77% a zero emissioni.
Sempre dal rapporto si evince come le auto per abitante siano meno della media nazionale, ma sono ancora poche quelle elettriche, poco più della media nazionale. Media la dotazione di colonnine e punti di ricarica pubblici per le auto elettriche, che dovrebbe essere potenziata anche solo per soddisfare una maggior diffusione di taxi car sharing elettrici.
In definitiva emerge che a Bologna è richiesta ben altra ambizione per raggiungere una mobilità a emissioni zero entro il 2030.
«Ci troviamo di fronte a due emergenze nazionali: la decarbonizzazione, che richiede di procedere a tappe ben più accelerate rispetto al passato e l’inquinamento dell’aria, per cui rischiamo di pagare più di quanto messo in programma per il risanamento della qualità dell’aria con i fondi del PNRR e con i fondi nazionali – dichiara Andrea Poggio, Responsabile Mobilità di Legambiente – sulla mobilità pubblica si richiede uno sforzo ulteriore, più autobus, ma anche più trasporto elettrico».
«L’elettrificazione del trasporto pubblico locale ha un ruolo centrale per la nostra Associazione – ha dichiarato Francesco Naso, Segretario generale di MOTUS-E – proprio qui in Emilia-Romagna sono stati fatti grandi passi in avanti e questo ci può aiutare a capire i prossimi sviluppi futuri. Con la realizzazione del nostro Vademecum abbiamo creato un documento aperto a tutti, dedicato non solo agli operatori del settore, dai quali siamo pronti a ricevere nuovi contributi, anche alle amministrazioni pubbliche che vogliono elettrificare il TPL e ai cittadini che vogliono avvicinarsi a questo mondo, per i quali rappresenta un primo contatto nei confronti della mobilità elettrica. Grazie alle esperienze dei nostri associati vogliamo dimostrare che non solo è possibile ma esiste già oggi un sistema di trasporto pubblico a zero emissioni. Il tempo a nostra disposizione per abbattere le emissioni è poco, il TPL elettrico è una delle soluzioni più efficienti».
L’altra indagine presentata durante il convegno, La mobilità a favore del clima, ha restituito invece una fotografia della situazione del sistema del TPL in regione, della rete ciclabile nei capoluoghi e degli obiettivi che le amministrazioni si sono date nei Piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS). Di seguito una sintesi dei risultati:
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
In tutto l’arco temporale 2010-2019, l’offerta più ampia si riscontra a Bologna, che può contare su un bacino di utenza di dimensioni metropolitane. Particolarmente elevata è anche l’offerta di Parma che, nonostante le dimensioni più ridotte, si avvicina ai livelli di Bologna. Anche per l’utilizzo dei mezzi (numero di viaggi annuali su abitante) Bologna è abbondantemente prima, seguita ancora una volta da Parma.
Sul fondo della classifica si posizionano invece i comuni di Ravenna, Ferrara e Forlì fortemente staccati dagli altri capoluoghi.
RETE DI PISTE CICLABILI
Seppur l’indagine non abbia la pretesa di fornire una comparazione oggettiva, non tenendo conto della grandezza delle città né in termini di superficie, i dati analizzai restituiscono una fotografia sintetica e qualitativa sulla composizione della rete ciclabile e sulle scelte attuate in ogni città. In questo versante è Reggio-Emilia a presentarsi in testa alla classifica, con più metri di ciclabili per abitante e più tratti in sede protetta, grazie ad un percorso di continua crescita nell’ultimo decennio. Rispetto a tale indicatore invece Bologna arriva ultima, a testimonianza che su questo versante ci sia ancora molto lavoro da fare.
OBIETTIVI DEI COMUNI
Legambiente ha anche riepilogato gli obiettivi dei Piani Urbani della Mobilità sostenibile (i PUMS) in termine di riduzione delle auto. Su questo versante è la città di Bologna che si è data obiettivi più ambiziosi (arrivare al 2030 ad avere solo il 22% di spostamenti in auto) seguita da Ferrara che in punterebbe al 40%. Sul lato opposto degli obiettivi meno ambiziosi c’è Ravenna -che immagina un futuro dove quasi il 60% degli spostamenti continuerà ad essere su auto- e Modena.
Certamente rimane il tema se a questi obiettivi seguano poi azioni concrete, dato che in casi come quello di Ferrara, indicatori e politiche in corso non sembrano andare in quella direzione. Anche sul nodo Bolognese la scelta di potenziare troppi assi viari, a cominciare dal Passante, risulta in contrasto con le sfide da affrontare.
Ufficio Stampa – Legambiente Emilia Romagna