In commissione comunale Attività produttive del Comune di Bologna la responsabile dell’Ispettorato del lavoro di Bologna, Michela Marchiolo, ha illustrato i numeri del lavoro femminile in tempi di pandemia. E sono numeri nerissimi.
Sono infatti ben 818 le dimissioni volontarie di donne (al confronto delle 316 degli uomini) che hanno deciso di lasciare il lavoro nei primi tre anni di vita dei figli, con la maggiore richiesta di dimissioni avvenuta nel settore del terziario e da parte di impiegate e operaie.
Le motivazioni? La difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei figli, la mancanza di servizi o l’impossibilità di rispondere alle esigenze dell’azienda. Motivazioni rese ancora più gravi e allarmanti se accompagnate ad un dato inequivocabile: in 811 hanno chiesto alle aziende un contratto part-time e in 789 non lo hanno ottenuto.
E questo a Bologna dove nell’anno della pandemia si sono persi oltre 3.000 posti di lavoro femminili in settori che faranno fatica a tornare ai livelli pre-Covid.
Come Volt consideriamo questa emergenza gravissima e riteniamo che debba essere affrontata in modo strutturato fin da subito, per esempio:
Sono piccole rivoluzioni che dobbiamo cominciare a mettere in pratica da oggi, per sostenere il futuro della nostra comunità. Queste sono le nostre priorità per Bologna.
Ufficio Stampa Volt Bologna