Sabato 24 luglio (ore 22) prosegue a ritmo serrato il festival Le Notti delle Sementerie, ospitato nel Teatro di Paglia a Crevalcore,con lo spettacolo E riapparvero gli animali del Teatro delle Ariette, intenso ed emozionante monologo, tratto da un’opera commissionata alla scrittrice e regista teatrale francese Catherine Zambon sul tema “Il mondo di dopo” (la pandemia).
Il festival, organizzato dall’Associazione Sementerie Artistiche, con la direzione artistica di Manuela De Meo e Pietro Traldi, fa parte di Bologna Estate 2021,il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione turistica ed è sostenuto da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Comune di Bologna e Comune di Crevalcore e ha il patrocinio della Regione Emilia – Romagna.
E riapparvero gli animali, è ambientato in un futuro prossimo nel quale una donna anziana si confessa e racconta come l’umanità ha attraversato l’Epoca dei Grandi Contagi e della Riorganizzazione Faunistica e Sanitaria. Tutto lo spettacolo ruota attorna alla presenza fisica e vocale dell’interprete Paola Berselli sulla straziante forza distopica e visionaria del testo, che Catherine Zambon ha presentato durante il primo lockdown. Un’occasione per parlare del nostro presente, riflettere sulla pandemia e i comportamenti che provoca e potrà provocare in futuro. Con questo spettacolo possiamo provare a immaginare come potrà condizionare il nostro modo di vivere, pensare, sentire. Così la visione del teatro nelle parole del Teatro delle Ariette: Il nostro teatro è un teatro di terra, fatto con le mani e vissuto nel corpo. La nostra ricerca teatrale è un cammino attraverso l’umano, un lavoro continuo e paziente per forzare e aprire quella porta che conduce dentro: nel teatro invisibile del cuore. Lì sta il nostro teatro.I nostri spettacoli affrontano spesso i temi autobiografici del rapporto dell’uomo con le materie prime, con gli animali, con gli altri uomini e con la terra, ne accettano le contraddizioni, interrogano il proprio passato e il futuro cercando nell’attimo presente una condivisione profonda tra attori e spettatori. In questi spettacoli, oltre ai pensieri e ai sentimenti, si maneggiano mattarelli, farina, acqua, coltelli e piatti, formaggi, carote, uova, animali, musica di canzoni e suoni di attrezzi, si parla di amore, di gioia, di vita e di morte.
Precede lo spettacolo (ore 19.30) L’intelligenza della terra il secondo appuntamento di Chiavi di Svolta-incontri e approfondimenti, che ha per protagonistaPotito Ruggero, il tredicenne, che nel2019, durante il terzo appuntamento del Global Strike for Future, fu l’unico a scendere in piazza nel suo Comune, a Stornarella, in provincia di Foggia per lanciare un segnale contro il riscaldamento globale, davanti alla finestra dell’ufficio del Sindaco con il cartello “I keep an eye on you”.
Domenica 25 luglio (ore 18.30) pomeriggio dedicato ai bambini con lo spettacolo visionario e coinvolgente Tarzan ragazzo selvaggio con Luigi D’Elia, autore e regista assieme a Francesco Niccolini. Liberamente ispirato a Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs, la famosa storia del bambino solo nella giungla cresciuto dalle scimmie. Uno spettacolo per immaginarsi nella foresta di luci e ombre, fra i suoni della natura guidati dalla voce dell’attore. Tarzan è il nome di un bambino rimasto orfano nella foresta del Congo e cresciuto volando da un albero all’altro come le scimmie. Tarzan, era lo strano verso che facevano le scimmie per chiamarlo o indicarlo. Che nella loro lingua, perché ogni animale ha una sua lingua e un suo canto, voleva dire pelle bianca. Lo spettacolo sostiene Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni, e la sua campagna per un nuovo modello di conservazione, efficace e rispettoso dei popoli indigeni.
Il festivalruota attorno ad un singolare teatro di paglia, che ogni anno viene progettato in base alle caratteristiche degli spettacoli che dovrà accogliere, con tanto di quinte, fondale, sedute, e poi alla fine del festival torna ad essere paglia, scomparendo dal campo. Le Sementerie Artistiche sono nate idealmente come risposta al terremoto emiliano del 2012 ed è stata dalla necessità di ricostruire alcuni degli spazi dell’azienda agricola Valle Torretta che è scaturita la possibilità di attivare anche una funzione culturale, oltre che agricola, in quel contesto. Sementerie Artistiche è una compagnia teatrale che gestisce l’omonimo spazio agri-culturale di creazione, formazione e residenza artistica. Sono all’interno di una azienda agricola nella campagna bolognese. Le Sementerie Artistiche vengono fondate nel 2015 e da allora lavorano su due fronti: la ricerca teatrale sviluppata come compagnia nella creazione di spettacoli originali e l’organizzazione di eventi e progetti territoriali all’interno dell’omonimo spazio. Lo spazio di Sementerie nasce dalla riconversione di alcune delle strutture dell’Azienda Agricola Valle Torretta in seguito al terremoto 2012. Da allora l’azienda e Sementerie convivono sviluppando progetti paralleli.
Durante tutto il festival saranno attivi il bar e la piccola cucina, con prodotti dell’azienda agricola Valle Torretta e di altri produttori locali.
Ufficio stampa PEPITApuntoCOM