Questo mese passiamo la parola all’arte intervistando Mauro Gambuzzi.
Se vi è capitato di passeggiare per il centro di Crevalcore avrete sicuramente notato che alcune vetrine espongono, tra i propri prodotti, meravigliosi quadri che impreziosiscono l’atmosfera. Sono i dipinti di Mauro Gambuzzi. Nome ben noto sul territorio locale, Gambuzzi è un’artista con oltre 40 anni di esperienza che non ha mai smesso di creare opere dense di significato e, soprattutto in questo periodo (purtroppo) difficile per tutti, continua a diffondere la propria arte. “L’arte dunque non si ferma” sembra essere il messaggio racchiuso nelle sue vivaci espressioni di colore… ed anzi l’arte si espande per le strade, dentro i negozi, nelle botteghe, nei bar. Un bel modo per coltivare la bellezza, attraverso piccoli gesti che sono alla portata di tutti e che ci incoraggiano a guardare “oltre”.
Com’è iniziato il tuo cammino?
Sin da ragazzo sono rimasto affascinato dall’arte nelle sue diverse espressioni. In particolare devo molto al mio primo insegnante d’arte delle scuole medie, il Prof. Domenico Pelloni che mi ha fatto apprezzare la pittura e il disegno. Poi negli anni a seguire mi sono avvicinato ad un’altra forma d’arte, la musica, di cui ho appreso i primi rudimenti quando ho iniziato a suonare il basso tuba. Diciamo che entrambe le passioni, quella per la pittura e quella per la musica, mi hanno accompagnato negli anni, e nonostante la mia professione fosse altro (ho lavorato come Tecnico nell’industria delle macchine automatiche), sono state cornici ideali entro cui crescere. Ad esempio grazie alla musica ho potuto suonare nelle Bande di paese, Mirandola e Concordia e durante il servizio militare nel corpo bandistico militare (per il quale ho trascorso un anno a Roma). Questo ha fatto sì che, nelle varie città che ho avuto modo di visitare, restassi affascinato dalle opere artistiche di cui il nostro Paese è particolarmente ricco.
Come hai coltivato le tue passioni?
In tutti i periodi della mia vita, anche se in modo diverso, ho continuato a coltivare queste passioni, in particolare quella per la pittura. Principalmente ho tratto ispirazione dal surrealismo, dal cubismo, e dall’impressionismo. Stili che ho continuato ad approfondire, anche attraverso i libri, cimentandomi in tecniche e soggetti differenti. Negli anni ’70, quando mi sono trasferito a Crevalcore (sono originario di Mirandola) il paese godeva di una certa vitalità artistica ed erano presenti due Gallerie d’Arte la “Pigozzi” e “L’ Arca”, che ho avuto modo di frequentare, esponendo mie opere e che mi hanno permesso di conoscere artisti come Emilio Contini e Umberto Bastia. In pratica ho sempre cercato di vivere e respirare l’arte come meglio potessi per trarne ispirazione a mia volta.
Raccontaci il tuo percorso artistico…
Ho iniziato nella soffitta di casa, dove avevo apprestato il mio studio e lì ho sempre potuto sperimentare in libertà. I miei primi lavori (spatola e olio) raffiguravano spesso fienili e casolari di campagna, rappresentano un po’ le mie origini. Poi pian piano ho provato altre tecniche e con l’acquerello ho trovato la mia dimensione artistica. Ricordo la mia prima esposizione personale, nel 1984 a Porta Modena (Crevalcore) e, negli anni a seguire, ho partecipato a diverse collettive e anche Concorsi (ad esempio nel 2014 mi sono classificato II° al concorso annuale organizzato dal circolo “Novantasette Arts” con un dipinto ispirato al Carnevale Persicetano). Mi sento parte del territorio che mi circonda, non a caso molti dei miei dipinti ritraggono scorci, monumenti e soprattutto Piazze dei paesi come Crevalcore, Sant’Agata e San Giovanni in Persiceto. Le Piazze in modo particolare sono il cuore pulsante delle nostre comunità e spesso le ritraggo con ambientazioni da me inventate, come fossero scenografie che compongo, per animarle in modo suggestivo ma verosimile. Negli anni la mia produzione artistica si è intensificata e mi sono avvicinato alla città di Bologna in particolare alla Galleria De’ Marchi, dove ho esposto alcune mie opere (e addirittura sei miei dipinti sono stati esposti a Parigi nella galleria “Etienne de Causans”). Sono grandi soddisfazioni. Nel 2008 in collaborazione con l’Università Primo Levi ho avuto il piacere di organizzare, su mandato del Comune di Crevalcore, un concorso in estemporanea “Domenica dell’Arte” che ha radunato l’interesse di settanta artisti provenienti da varie parti d’Italia, un’occasione importante dove l’arte ha riunito diverse persone accomunate dalla stessa passione.
È questa per te la funzione dell’arte “avvicinare le persone”?
Per quella che è stata la mia esperienza l’arte ha certamente la capacità di avvicinare le persone, le incuriosisce, le affascina. Prendiamo i bambini ad esempio, ho avuto modo di lavorare con giovanissimi studenti di scuole elementari per realizzare murales (a Crevalcore) e dipinti dal vivo (a Sant’Agata), e devo dire che sono state entrambe esperienze che mi hanno gratificato tantissimo… a mio parere l’arte può aiutare ad esprimersi e a condividere, pertanto credo abbia anche una valenza socio-educativa.
Progetti per il futuro?
Si dice che l’attuale situazione sanitaria ci porterà ad inventare iniziative di nuova concezione. Per questo assieme ad un bar di Crevalcore (Bona Lè), stiamo organizzando per inizio primavera un evento “Live” di pittura. Dal pomeriggio a sera protagonista sarà un’opera dipinta dal vivo con sottofondo musicale e arte varia. Aperto al pubblico attivo e collaborativo, ovviamente in sicurezza. Inoltre mi piacerebbe poter esporre una mostra personale in Galleria De’ Marchi a Bologna e magari tornare nelle aule di scuola. Quando sono a contatto con giovani studenti e studentesse sono felice di poter trasmettere loro una passione, come quella della pittura; o anche solo di riuscire a coinvolgerli in un’esperienza che li faccia sentire liberi e partecipi allo stesso tempo. Ecco l’arte in fondo è tutto questo: sentirsi liberi di esprimersi ed essere parte di ciò che ci circonda.
Maggiori informazioni alla pagina Facebook di Mauro Gambuzzi.
Laura Palopoli