“Dopo un anno di detenzione nelle carceri egiziane, dall’Emilia-Romagna si alza ancora più forte la richiesta per la liberazione di Patrick Zaki. Patrick non ha alcuna colpa se non quella di essere uno studente, un ricercatore e un attivista per i diritti umani e deve tornare subito alla sua vita, a riabbracciare la sua famiglia e i suoi affetti più cari”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che questa mattina ha partecipato all’evento online organizzato dall’Università di Bologna a un anno dall’arresto del giovane all’aeroporto del Cairo, il 7 febbraio 2020, per presentare al presidente della Repubblica l’insieme delle città italiane che, in modi diversi, hanno mostrato attenzione in questi mesi per Patrick Zaki. Un appuntamento che vede insieme molti sindaci delle città e paesi italiani che hanno preso a cuore lo studente dell’Alma Mater, conferendogli il titolo di cittadino onorario o aderendo a iniziative artistiche.
Insieme al Rettore Francesco Ubertini e al sindaco Virginio Merola hanno ribadito la richiesta che Zaki torni libero, studente e cittadino della città che lui ama e che lo ha adottato, dove il Comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
“Come Regione Emilia-Romagna- sottolinea il presidente della Regione insieme alla presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti– ribadiamo la nostra richiesta di libertà e giustizia per Patrick Zaki e condividiamo l’appello, già sottoscritto da oltre 100mila persone, affinché gli venga concessa la cittadinanza italiana per meriti straordinari. La difesa dei diritti umani non conosce confini geografici e la nostra terra è abituata a non voltarsi dall’altra parte davanti alle ingiustizie: le nostre comunità hanno pagato un prezzo altissimo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di venire meno a quell’esempio. Né ora, né mai. Patrick- chiudono Bonaccini e Petitti– ti aspettiamo a Bologna, per un abbraccio che è lo stesso di ogni cittadino dell’Emilia-Romagna”.
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