Lo stop alla circolazione dei veicoli Euro 4 diesel è vicino e non è più il momento di proroghe. Le ordinanze regionali che prevedevano il blocco per le auto più inquinanti erano in programma dal 1°ottobre, ma a causa dell’emergenza sanitaria in corso hanno subìto uno slittamento a gennaio 2021. Occorre allora un piano di accompagnamento dei privati per la dismissione – che colpevolmente finora nessuno ha messo in campo – ma occorre anche fissare davvero uno stop.
L’accordo sul blocco degli Euro4, firmato dal Ministero dell’Ambiente e dalle quattro Regioni che fanno parte del Bacino Padano (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), mira a ridurre l’inquinamento e dimostrare a Bruxelles l’impegno italiano nell’evitare di pagare le considerevoli sanzioni legate alla scarsa qualità dell’aria respirata nelle nostre città.
Eppure, non è prevista una data limite per tutte le regioni: nei mesi scorsi era stata preannunciata la data del 1 gennaio per Veneto e Piemonte, mentre Lombardia ed Emilia Romagna avevano preannunciato il blocco a partire dall’11 gennaio 2021.
In Emilia Romagna il divieto di circolazione riguarda oggi i veicoli benzina Euro0 ed Euro1, diesel fino a Euro3 compreso e ciclomotori e motocicli Euro0. Il divieto è valido nei 31 Comuni del PAIR 2020 (Piano aria integrato regionale), ossia quelli con più di 30.000 abitanti e l’agglomerato urbano di Bologna, a cui si uniscono Fiorano Modenese, Maranello e Rubiera. Dall’11 gennaio dovrebbe coinvolgere anche gli Euro4 diesel, i veicoli a benzina fino ad Euro2, i veicoli a metano-benzina e GPL-benzina fino a Euro1 e ciclomotori e motocicli fino a Euro1. Un blocco che secondo il PAIR doveva scattare già a fine 2018, ma a cui si è arrivati senza adeguata comunicazione ai cittadini, e dunque rimandato.
“Le regioni avevano chiesto il posticipo dell’entrata in vigore della misura con la scusa della riduzione delle emissioni complessive rispetto all’ordinario dovute al lockdown – dichiara Stefano Ciafani, presidente Legambiente -. Una scusa poco fondata, perché la pandemia da Covid non è una buona ragione per allentare la guardia sull’inquinamento: entrambi sono da considerarsi, purtroppo, una causa importante di co-morbilità, che ha portato al decesso prematuro decine di migliaia di persone nel corso del 2020. La pandemia è una ragione di più per bloccare subito i diesel Euro4 e veicoli più inquinanti, in tutte le città inquinate d’Italia. Seguirà poi lo stop agli Euro5, previsto nel 2025.”
Inoltre, l’associazione sottolinea come l’inquinamento causato da un Euro4 diesel sia particolarmente grave: le emissioni di ossidi d’azoto (NOx), derivanti dalla combustione del diesel e precursori del particolato PM10, provenienti da una sola auto a gasolio Euro 4 sono comparabili a quelli provenienti da 7 automobili diesel più recenti (con omologazione 2020) o a 20 auto a benzina nuove. Non va meglio con le auto diesel Euro5, protagoniste dello scandalo sulle emissioni “Dieselgate”, che saranno le prossime a non dover più circolare nelle nostre città. Per questo, chi compra oggi un’auto a combustione (diesel o benzina), anche quelle recentemente incentivate dal governo (sotto i 135 grammi di CO2/km), dovrebbe considerare che tra una decina d’anni non potrà più circolare in città, come succede oggi con gli Euro4, che erano stati fortemente incentivati nel 2007.
Quanti saranno allora i veicoli fermi da gennaio 2021 nelle città più inquinate d’Italia? I vecchi diesel Euro 4, auto e camion, circolanti nelle regioni del nord, che non potranno più circolare di giorno all’interno delle principali città della Pianura Padana, sono 1,6 milioni (secondo le stime di inizio anno): ma si tratta di meno del 10% dell’intero parco di veicoli circolanti nelle 4 regioni, che ammonta a 17 milioni di mezzi.
Per riportare lo sguardo in Emilia Romagna, a Bologna, gli Euro 4 costretti a fermarsi sono 15.676, poco meno del 7% dei veicoli circolanti. Su un parco veicoli di 226.708, invece gli Euro0 sono 14.782 e gli Euro1, 2 e 3 sono invece 13.021.
(Per i dettagli delle città si veda la tabella in calce).
Parallelamente al blocco dei mezzi più inquinanti serve però un piano di comunicazione mirata ai cittadini, servono incentivi alla rottamazione e adeguate informazioni su mezzi di trasporto alternativi all’auto propria. A Bologna, ad esempio, il sistema del trasporto pubblico più car sharing e rete ciclabile rende già possibile rinunciare ad un auto, risparmiando pure, come aveva dimostrato lo studio di Legambiente My Personal Mobility Manager.
Un tema, quello del blocco dei mezzi inquinanti giustificato anche dalla connessione fra inquinamento atmosferico e mortalità che ha mosso di recente un grande passo avanti.
Un tribunale inglese ha emesso il mese scorso una sentenza storica, riconoscendo lo smog come concausa della morte di Ella Kissi-Debrah, una bambina di 9 anni, scomparsa nel 2013 in seguito all’ennesimo attacco d’asma. A distanza di 7 anni, sia il giudice che il medico legale hanno riconosciuto che i livelli di biossido di azoto (NO2) vicino alla casa della bambina superiori ai valori indicati dalle linee guida dell’OMS e dell’Unione Europea, abbiano contribuito all’aggravamento della situazione sanitaria della bambina. Una sentenza che potrebbe portare nei prossimi anni ad avere numerose cause da parte dei cittadini nei confronti del decisore pubblico in quei territori dove i limiti non vengano rispettati.
Anche dall’ultimo rapporto Mal’Aria di Legambiente, lanciato lo scorso ottobre, è emerso chiaramente come l’85% delle città capoluogo in Italia non abbia rispettato sistematicamente gran parte dei limiti suggeriti dall’OMS per quanto riguarda le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e le emissioni di ossidi di azoto (NOx) tra il 2014 e 2018. Anni in cui i report dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) segnalavano l’Italia come la nazione con il maggior numero di morti premature dovute all’eccessivo inquinamento atmosferico, stimabili in oltre 60 mila all’anno.
Segue Tabella con parco auto Euro0,1,2,3,4 circolanti in molte città
Immatricolato (auto + furgoni e camion) per città (ACI al 31/12/2019)
Città | Euro0 (tutti) | Diesel euro1,2,3 | Diesel euro4 | circolante |
Bologna | 14.782 | 13.021 | 15.676 | 226.708 |
Piacenza | 6.115 | 6.458 | 6.759 | 72.841 |
Modena | 10.251 | 9.900 | 10.693 | 135.618 |
Parma | 9.718 | 9.612 | 11.275 | 132.868 |
Reggio E. | 7.603 | 10.309 | 12.041 | 126.282 |
Ferrara | 6.016 | 6.933 | 7.605 | 93.322 |
Ravenna | 8.874 | 11.425 | 12.121 | 123.297 |
Forlì | 5.471 | 7.840 | 8.047 | 85.626 |
Rimini | 7.633 | 6.807 | 9.288 | 101.699 |
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Ufficio Stampa – Legambiente Emilia Romagna