Firmato il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile
E’ stato firmato mercoledì 13 gennaio il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile sottoscritto da 52 soggetti,
con il coordinamento della Città metropolitana, tra cui Unioni dei
Comuni, Comune di Bologna, Camera di Commercio, associazioni
imprenditoriali e organizzazioni sindacali, Università e mondo della
ricerca, sistema del Terzo settore, Fondazioni bancarie, le due Diocesi,
gli attori chiave del sistema educativo, sociale e della sanità e il
sistema delle partecipate.
Il nuovo Patto non è un nuovo strumento
di programmazione ma – avendo come riferimenti quelli già in essere a
partire dal Piano Strategico Metropolitano – contribuisce da un lato a
dare una risposta tempestiva con azioni per l’emergenza e dall’altro seleziona alcuni progetti strategici
suddivisi in ambiti (cluster) prioritari per lo sviluppo e la crescita
sostenibile. Il nuovo Patto vuole anche essere il contributo della Città
metropolitana al nuovo Patto regionale per il lavoro e il clima.
“Mi auguro – ha detto il sindaco metropolitano Virginio Merola
in apertura dell’incontro – che questa crisi di Governo si concluda al
più presto e che si possa continuare a lavorare. Con il Patto firmato
oggi noi diciamo che siamo pronti a dare il nostro contributo alla
ripresa e allo sviluppo sostenibile dei territori. E penso – ha
continuato Merola – che i territori vadano coinvolti nel Recovery Fund a
partire da un ruolo da protagoniste delle Città metropolitane; anche di
questo parleremo ai ministri Gualtieri e Amendola che incontreremo a
breve come sindaci metropolitani”.
“Il persistere della crisi pandemica Covid-19 – ha spiegato il sindaco nella sua introduzione – sta determinando la più forte crisi sociale ed economica
dal secondo dopoguerra, che va affrontata con l’adozione di politiche
in grado di rispondere ai nuovi bisogni emersi. Una crisi che deriva
dalle necessarie misure di contenimento della pandemia, compresi i
lockdown, ed è stata aggravata dalla situazione mondiale che ha portato
alla contrazione del commercio globale e dei flussi turistici, nonché
dal crollo della fiducia e dall’aumento del clima di incertezza”.
Sulla base delle stime previsionali più recenti (Prometeia, ottobre 2020), l’economia metropolitana (valore aggiunto reale) dovrebbe contrarsi nel corso del 2020 del 10,9%, con un -11,1% di esportazioni e una crescita del tasso di disoccupazione del 5,1% che nel 2021 potrebbe salire fino al 5,7%.
Per affrontare questa situazione e per salvaguardare e rilanciare l’alto livello di coesione sociale che da sempre ha caratterizzato il territorio metropolitano, occorre, così come nel 2015, la definizione di questo nuovo Patto di condivisione tra tutti gli attori sociali e istituzionali, con l’obiettivo di cogliere le opportunità per promuovere una crescita e uno sviluppo sostenibili.
LE AZIONI E GLI STRUMENTI PER L’EMERGENZA
– Innovare e rafforzare la prevenzione e il contrasto all’infiltrazione mafiosa e del crimine organizzato attraverso la definizione di un protocollo per la legalità, in accordo con la Prefettura.
– Estendere il protocollo appalti del Comune di Bologna a tutte le stazioni appaltanti presenti nella città metropolitana e alle società partecipate come importante strumento di qualificazione dell’economia del territorio e di promozione del lavoro.
– Rafforzare il Tavolo metropolitano di salvaguardia
come luogo istituzionale di concertazione tra imprese e lavoratori per
la salvaguardia dell’occupazione e delle attività produttive. Il Tavolo
dovrà inoltre garantire il monitoraggio della situazione economica e di
tenuta occupazionale, al fine di garantire una base conoscitiva
aggiornata per possibili interventi preventivi che possano sostenere
l’occupazione e le aziende e accompagnare i processi di trasformazione
delle filiere.
– Consolidare l’azione di analisi dei bisogni e delle
opportunità e di integrazione fra politiche attive del lavoro e
politiche socio-economiche avviata nel Tavolo metropolitano per l’inclusione socio-lavorativa della CTSSM di Bologna.
– Promuovere, nel quadro delle strategie del Patto regionale, una disciplina degli ammortizzatori sociali che possa essere al massimo inclusiva.
– Potenziare l’azione di Insieme per il Lavoro,
per l’inserimento lavorativo di persone espulse dal mondo del lavoro, i
NEET (giovani che non lavorano né studiano) e ulteriori target.
– Sviluppare azioni per rispondere ai bisogni immediati delle persone
che, a causa della pandemia, hanno visto peggiorare significativamente
la loro condizione e si trovano ora in situazione di fragilità economica
e sociale.
– Garantire, attraverso il Tavolo metropolitano sulla sicurezza nei luoghi di lavoro,
l’attività di monitoraggio della situazione sanitaria, per attivare
anche in via preventiva, interventi coordinati e efficaci nel caso di
criticità e recrudescenze epidemiche nei luoghi di lavoro.
– Per fronteggiare le difficoltà della ripresa dopo il lockdown si è avviato il Fondo metropolitano di comunità, pensato per la gestione dell’emergenza, ma anche, nel medio-lungo periodo, come strumento strutturale del welfare di comunità.
I CLUSTER DI PROGETTI
Si intendono come motore della “crescita sostenibile” del nostro territorio in una visione che colleghi economia, occupazione, benessere sociale e tutela ambientale e che quindi traducano in investimenti le strategie europee della Next generation EU, del Green New Deal e del Digital Europe ed in stretta coerenza con il costituendo “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
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Filiere produttive, qualità del lavoro, formazione e competenze, giovani, donne
Transizione digitale e riconversione green per affrontare le sfide del nuovo contesto so-cio-economico. Tra i progetti: il supporto alle riconversioni delle filiere (packaging, auto-motive, health, Logistica e trasporti, ICC e turismo, Moda, Edilizia, Agroalimentare e agricoltura), lo sviluppo di un polo di innovazione in Appennino, lo sviluppo dell’attrattività del territorio, con attenzione alle aziende che riportano in Italia la produzione, e un progetto mirato all’attrazione e alla retention dei talenti nazionali e internazionali.
La qualità del lavoro si misura anche dalla capacità del sistema produttivo di essere inclusivo verso i lavoratori più fragili (azioni sulla responsabilità sociale d’impresa) e dalla piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro (politiche di parità e strumenti di conciliazione diversificati).
Altri progetti in questo cluster: la prima Rete metropolitana per l’apprendimento permanente a livello nazionale, il potenziamento del sistema metropolitano per l’orientamento scolastico, formativo e professionale (attivazione di un Centro Risorse dedicato) e la continua attenzione alla cultura tecnica, scientifica e tecnologica. -
Una nuova sfida di sostenibilità: il territorio si rigenera e si muove
Le progettualità del cluster 2 puntano sulla rigenerazione urbana del territorio e del suo patrimonio edilizio a partire dalle valli dall’Appennino fino alla Grande Pianura, ponendo al centro lo sviluppo della mobilità sostenibile in un’ottica di progettazione integrata. In particolare la realizzazione della Bicipolitana Verde (550 km di ciclovie) diventa occasione per rendere la città metropolitana di Bologna cuore cicloturistico di Italia promuovendo il turismo, potenziando le economie locali e la valorizzazione delle reti ecologiche.
Si punta inoltre sul recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico e sulla rigenerazione di edifici e spazi pubblici e privati per l’innovazione sociale (social housing e spazi collettivi, per l’educazione e formazione, lavoro, start up di imprese, cultura, partecipazione e socialità), a supporto di politiche pubbliche o a prezzi accessibili. È inoltre oggetto di progettazione l’accessibilità della città dal punto di vista dell’offerta abitativa dedicata sia a residenti sia a studenti, e il suo equilibrio con l’impatto dei flussi turistici. -
Benessere, inclusione e contrasto alle fragilità
Innovare la struttura del sistema di welfare locale per garantire benessere e uguali opportunità per tutti i cittadini. L’ulteriore coinvolgimento del settore privato e no profit potrà sviluppare la responsabilità sociale di territorio attraverso l’Albo metropolitano delle aziende socialmente responsabili.
Ricomporre le filiere dei servizi di welfare per garantire continuità nel percorso di vita delle persone: per i bambini e i giovani, attraverso il coordinamento delle iniziative e anche lo sviluppo della filiera 0-6 anni; per le persone con disabilità e gli anziani, attraverso la ricostruzione delle opportunità e l’integrazione sociosanitaria.
Sviluppare interventi di contrasto alla povertà e all’impoverimento e implementare azioni per il raggiungimento dell’autonomia delle persone, integrando le politiche sociali, le politiche abitative, quelle per la formazione e il lavoro, anche attraverso l’utilizzo del Fondo di comunità metropolitano.
LA GOVERNANCE DEL PATTO
Per un sistema di governance chiaro nei ruoli e snello nelle funzioni, che eviti duplicazioni e valorizzi le strutture già attivate si individua quale luogo permanente del confronto collaborativo il Consiglio di Sviluppo, con possibili integrazioni, il Tavolo delle Società Partecipate, l’Ufficio di Presidenza, i Consiglieri delegati della Città metropolitana di Bologna, i rappresentanti degli Enti territoriali, degli attori economici, dell’associazionismo, del mondo del lavoro, dell’Università, della ricerca, della cultura, della formazione, del sociale e della sanità.
I commenti dei firmatari del Patto
L’Alleanza delle cooperative di Bologna e Imola plaude alla sottoscrizione del Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile. “Il documento – dichiarano i presidenti Rita Ghedini (Bologna) e Luca dal Pozzo (Imola) – è frutto di un percorso di co-progettazione molto impegnativo, che costituisce un metodo che vorremmo fosse mantenuto nel tempo e nello sviluppo concreto di ogni progetto”.
Anche la Cna di Bologna esprime soddisfazione con il vicepresidente vicario Antonio Gramuglia: “Sono molte e importanti le azioni che questo Patto prevede, finalizzate ad una auspicata ripresa del nostro territorio, alcune di estremo interesse per artigiani e piccole imprese: il ricambio generazionale nelle aziende, la formazione per i giovani, una necessaria modernizzazione della pubblica amministrazione e un forte supporto allo sviluppo tecnologico delle imprese in particolare quelle di piccole dimensioni”.
Per il segretario della Cgil di Bologna, Maurizio Lunghi il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile rappresenta “un punto di arrivo e di sintesi sulle emergenze e sui problemi che richiedono interventi urgenti, partendo dagli effetti devastanti del coronavirus e della recessione economica. Ora ci attende la sfida vera e cioè avere la capacità di fare scelte strategiche per il futuro, di utilizzare le risorse locali ed europee per creare nuova occupazione, ridurre le diseguaglianze sociali e rilanciare le attività future”.
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