Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale nella quale si chiedono chiarimenti sull’operato dei cacciatori nei casi in cui la loro attività viene equiparata ad attività di pubblica utilità e l’attivazione di rigorosi controlli per evitare gli assembramenti che la caccia collettiva in braccata al cinghiale inevitabilmente comporta.
L’interrogazione trae spunto dagli ultimi provvedimenti che hanno autorizzato il completo via libera alla caccia al cinghiale considerata come “attività di pubblico servizio e/o di pubblica utilità”, consentendo ai cacciatori sia di agire in gruppo, sia di spostarsi tra i confini comunali, anche se si trovano in regioni diverse. “Un liberi tutti” che pare aver già avuto delle conseguenze: Europa Verde segnala i casi riportati sulla stampa riguardanti lo scoppio di un focolaio di Covid 19 nel reggiano a seguito di una battuta di caccia e i giorni da far west vissuti da cittadini residenti nelle campagne di Zola Predosa a causa delle sparatorie di un gruppo di cacciatori, che hanno ucciso decine di esemplari di colombi nei campi compresi tra Palazzo Albergati e via Pepoli.
“Uno dei motivi all’origine del via libera alla caccia al cinghiale è il contenimento della Peste Suina Africana, quindi chiediamo alla Giunta se esistano evidenze documentate nella nostra regione di un reale allarme – dichiara Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa – Noi Verdi siamo e restiamo contrari alla caccia tout-court, ma chiediamo agli Enti Pubblici che regolano l’attività venatoria di tener conto della pandemia in atto e predisporre una vigilanza rigorosa. Ci sembra che questa attività sia fuori controllo e questa situazione stride con le rigide restrizioni in atto per tutte le attività sportive e ricreative”.
Silvestro Ramunno