Più che una semplice assemblea, un incontro tra persone e amici legati da un ideale e da una scelta di vita comune: la generosità, il senso del dono.
É l’atmosfera che si respirava questa mattina (10 ottobre ndr) a Parma, nella sala congressi dell’Hotel Link 124, dove si è svolta la 49esima Assemblea regionale dei soci Avis dell’Emilia-Romagna, all’insegna del tema – ‘Un mondo di donazioni: Avis e il modello trasfusionale italiano nel panorama internazionale” – pensato per il 2020, in cui l’Italia doveva essere protagonista delle celebrazioni della Giornata mondiale del donatore. Il Covid-19 ha fatto saltare i programmi, ma non la voglia di continuare a donare e a farlo in modo sempre più efficace, anche in Emilia-Romagna. Regione che già oggi rappresenta un punto di riferimento per il sistema trasfusionale nazionale, di cui Avis regionale è, con i suoi 149mila soci, componente attiva e determinante: seconda in Italia – come ha ricordato il suo presidente, Maurizio Pirazzoli – dopo la Lombardia.
A salutare i partecipanti – chi dal vivo e chi da remoto come le norme di sicurezza sanitaria impongono – c’era anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che si è fatto interprete della comunità emiliano-romagnola nel ringraziare tutti i donatori e le donatrici di sangue, del gruppo Avis ma non solo, per la generosità di cui stanno continuando a dare prova in questi difficili tempi. Anche nei primi otto mesi del 2020, infatti, la nostra regione è riuscita a contribuire all’autosufficienza nazionale, cedendo a quelle deficitarie 5.510 unità di sangue.
Presenti all’Assemblea anche il presidente di Fidas Emilia-Romagna, Michele Di Foggia, e la presidente di Admo, Rita Malavolta.
Sangue: i dati dei primi 8 mesi 2020 in Emilia-Romagna
L’Assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto – con i dati forniti dalla direttrice del Centro Regionale Sangue, Vanda Randi – sull’andamento delle donazioni in Emilia-Romagna nei primi otto mesi dell’anno. Sono lievemente diminuite (-3,5%), le unità di sangue intero donate: 133.708 contro 138.609 dello stesso periodo del 2019, a fronte di un medesimo calo nel consumo delle unità dovuto alla riduzione dell’attività clinica a seguito della pandemia. Sono infatti diminuite del 5,8% le unità trasfuse rispetto allo scorso anno (120.813 negli 8 mesi 2020 contro 128.284 del 2019). Aumentano invece le unità raccolte in aferesi, che passano da 41.741 a 46.596 con un aumento del 11,6%. L’Emilia-Romagna è comunque riuscita a contribuire all’autosufficienza nazionale cedendo alle regioni deficitarie 5.510 unità di sangue; inoltre in luglio ha donato all’ospedale di Kabul 2.730 flaconi di Fattore VIII antiemofilico.
Anche nel 2019 l’Emilia-Romagna – con i suoi 138.241 donatori, di età media tra i 40 e i 45 anni – aveva l’indice di donazione, cioè il numero di donazioni effettuate per 1.000 abitanti, tra i migliori d’Italia: 62,5, a fronte del 49,4 a livello nazionale.
Dati 2019, provincia di Parma
Nel 2019, l’andamento delle unità raccolte e trasfuse nella provincia di Parma segue il trend regionale mostrando però un leggero incremento delle unità di sangue intero raccolte rispetto al 2018 (+2%), in linea con l’incremento delle unità trasfuse. Sono state raccolte infatti 23.690 unità di sangue intero contro le 23.227 dell’anno precedente, in leggera diminuzione invece la raccolta di aferesi (-3%). Migliora l’indice di donazione per 1.000 abitanti, che è pari a 60,9, (era 60,4 nell’anno precedente). Il Servizio Trasfusionale di Parma ha consegnato 3.406 unità di sangue al Centro Regionale Sangue, in modo da contribuire all’autosufficienza regionale e nazionale.
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