La Regione Emilia-Romagna ha annunciato l’inizio di una “svolta green senza precedenti”.
Piantare 4,5 milioni di alberi in 5 anni, è questa la svolta sostenibile di cui abbiamo bisogno?
Parliamo di numeri. Coldiretti in un rapporto del 2016 ci dice che in Emilia-Romagna ci sono 1 miliardo e 110 milioni di alberi, che oltretutto crescono ogni anno, in modo naturale, dello 0,6%. Quindi ogni anno, naturalmente in Emilia-Romagna crescono 6,5 milioni di alberi, 32 milioni in 5 anni.
I 4,5 milioni di alberi che la Regione si fa vanto di piantare in 5 anni nella sua svolta green rappresentano una crescita irrisoria rispetto anche solo alla crescita naturale.
“Emilia-Romagna corridoio verde d’Italia” “La “rivoluzione verde” dell’Emilia-Romagna parte dal piacentino”, queste sono alcune delle enfatiche affermazioni dette in conferenza stampa per lo 0,08% di incremento annuo di questi alberi.
Se davvero a chi governa la Regione fosse interessato agli alberi allora imporrebbe a Società Autostrade di piantumare i 200 ettari di fascia boscata richiesti dai comuni e dalla Città Metropolitana a fianco della A14 per compensare l’allargamento e la cementificazione fino a Ravenna.Se davvero la Regione Emilia-Romagna fosse interessata a preservare il suolo non avrebbe prorogato una legge sul consumo di suolo, che non solo non è stata rinforzata, come noi insieme a tante associazioni ambientaliste avevamo richiesto e come promesso in campagna da chi ora la regione la governa, ma è stata anche rinviata a gennaio 2022.
Se davvero la Regione Emilia-Romagna avesse a cuore l’ambiente non avrebbe ordinato 1600 nuovi autobus di cui 1536 alimentati a combustibile fossile, quando tutte le principali municipalità europee stanno ordinando esclusivamente autobus elettrici e il nostro stesso Piano di Mobilità Urbana prevede che entro il 2030 tutti gli autobus urbani siano alimentati elettricamente.
Nei programmi di tutti i partiti presenti nella maggioranza di questo governo regionale è presente un punto che riteniamo fondamentale: arrivare ad emissioni nette di anidride carbonica pari a zero entro il 2050. Ma intanto si allargano autostrade e tangenziali per auto e camion diesel, senza incentivare il trasporto su ferro. Intanto si consente di consumare sempre più suolo fertile. Intanto non si impone alle aziende concessionarie di compensare le opere di cementificazione e l’inquinamento derivante da esse.
L’ha chiesto anche la Commissione Europea, una svolta ambientale per l’economia. Una svolta sostenibile che possa permettere al nostro tessuto sociale ed economico di sopravvivere.
Di provvedimenti nella direzione della vera sostenibilità però per adesso non ne abbiamo visti.
In campagna elettorale le nostre proposte le abbiamo fatte e siamo pronti ad essere convocati ai tavoli per discuterne se le forze di maggioranza lo vorranno.
Non c’è più tempo. Piantare qualche albero per tenere buoni gli ambientalisti non curerà il disastro ambientale verso il quale stiamo correndo. La vera svolta sostenibile non può più attendere.
Ufficio Stampa Volt Bologna