Maltrattamento infanzia: Emilia-Romagna regione più virtuosa d’Italia
L’Emilia-Romagna è la regione italiana con la maggiore capacità nel fronteggiare il problema del maltrattamento infantile, sia in relazione ai fattori di rischio presenti sul territorio regionale sia in relazione ai servizi di prevenzione e contrasto al fenomeno, seguita da Trentino-Alto Adige (2°), Friuli-Venezia Giulia (3°) Veneto (4°). È quanto emerso dalla III edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia “Restituire il Futuro” dell’organizzazione umanitaria Cesvi, redatto dalle ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile. L’Indice – sviluppato sotto la guida di un comitato scientifico di altissimo livello composto da Autorità Garante Infanzia e Adolescenza, Istat, MIUR, Istituto degli Innocenti, CISMAI, Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali – è stato presentato in occasione di un incontro digitale moderato dalla giornalista del TG2 Francesca Romana Elisei che ha visto la partecipazione della Ministra alle Pari Opportunità professoressa Elena Bonetti.
Il fenomeno del maltrattamento sui bambini è forse la peggiore tra le emergenze sociali sia per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato sia per il tradimento della fiducia che i bambini ripongono negli adulti. Tutte le forme di maltrattamento hanno conseguenze gravi non solo sui bambini/e, ma anche sulla società: gli ex bambini maltrattati, sono oggi adulti che vivono con un pesante fardello di dolore che spesso scaricano sui propri figli, generando un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale. In Italia si stima che 47,7 minorenni su 1.000 siano seguiti dai servizi sociali. Di questi quasi 100.000 sono vittime di maltrattamento1. Il maltrattamento sui bambini è infatti la conseguenza ultima di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto familiare, ambientale e sociale nel quale i bambini crescono.
L’Indice analizza la vulnerabilità al fenomeno del maltrattamento dei bambini nelle singole regioni italiane, attraverso l’analisi dei fattori di rischio presenti sul territorio e della capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare il fenomeno tramite i servizi offerti. Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori classificati rispetto a sei diverse capacità che rappresentano la struttura portante dell’Indice: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare, di accesso a risorse e servizi.
L’Emilia-Romagna ottiene il primato nazionale in relazione alla capacità di cura di sé e degli altri e alla capacità di lavorare. Si contraddistingue, inoltre, per un netto miglioramento della capacità di vivere una vita sana raggiungendo la 5° posizione del relativo sub-indice (lo scorso anno era 10°) e nella capacità di vivere una vita sicura (4° posizione, dietro a Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Umbria; lo scorso anno era 8°). Migliora di un punto anche la capacità di acquisire conoscenza e sapere (5° posizione nel 2020), stabile la capacità di accedere alle risorse (3° posizione, dietro a Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige). L’Emilia-Romagna si conferma, quindi, una regione “virtuosa” che combina bassi fattori di rischio e un buon livello di servizi sul territorio.
Ufficio Stampa Atlantis Company