Scuola, l’Emilia-Romagna riparte in sicurezza: dal 24 agosto 87.000 test sierologici
Non solo distanziamento e mascherine: la scuola che in Emilia-Romagna riparte in sicurezza ai tempi del Covid passa anche da quasi 90.000 test sierologici sul personale, dagli insegnanti ai collaboratori scolastici, che saranno effettuati in due sole settimane grazie anche alla collaborazione dei medici di medicina generale. Determinante il lavoro con l’Ufficio scolastico regionale e il suo Direttore, Stefano Versari, per condividere le indicazioni e le informazioni e rendere più agevole la realizzazione del progetto, attraverso la reciproca comunicazione.
Lunedì 24 agosto ha preso il via la campagna di screening, a cura delle Ausl e coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, che prevede per tutti i lavoratori dell’istruzione la possibilità di effettuare, su base volontaria e in maniera totalmente gratuita, un test sierologico per individuare le persone che sono entrate in contatto con il virus e hanno sviluppato anticorpi, anche in assenza di sintomi. Test che saranno poi ripetuti periodicamente durante l’anno scolastico.
Potranno accedere al test, contattando il loro medico di famiglia o rivolgendosi all’Ausl di riferimento, insegnanti e collaboratori di tutti gli istituti scolastici: dai nidi e scuole per l’infanzia a quelle primarie fino agli istituti superiori, si tratti di scuole statali o non statali, paritarie e private. La stima complessiva è che fino a 87.000 persone in tutta la Regione potranno sottoporsi al test da lunedì fino al 7 settembre – conteggio a cui si dovranno poi aggiungere i supplenti e tutto l’altro personale che dovesse iniziare la propria attività durante l’anno.
Per garantire questa importante attività di screening per il personale della scuola, sono stati coinvolti anche i medici di medicina generale dell’Emilia-Romagna, per un totale potenziale di oltre 2900 professionisti a cui è stata chiesta la disponibilità, che non è quindi obbligatoria, per prenotare ed effettuare il test.
Per il personale scolastico non residente nella provincia di lavoro, o per le persone il cui medico di famiglia non fosse disponibile ad effettuare i test, saranno le Ausl- con percorsi differenti a seconda della provincia- il canale di riferimento per l’accesso e lo svolgimento del controllo.
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