Oltre 18 milioni di euro ai Comuni dell’Emilia-Romagna per abbattere le rette dei nidi e di altri servizi educativi dedicati ai più piccoli. Per il secondo anno consecutivo, la Giunta regionale conferma il progetto“Al nido con la Regione” approvando il riparto dei fondi tra 220, tra Comuni e Unioni di Comuni, sede di servizi educativi per la prima infanzia. Col vincolo di utilizzarli esclusivamente per l’obiettivo individuato: tagliare le rette di frequenza al nido e ai servizi integrativi, sia pubblici che privati convenzionati.
Abbattimento rette, il riparto dei fondi
Per quanto riguarda i contributi ai Comuni sede di servizi, il budget viene assegnato sulla base del numero dei bambini iscritti nell’anno 2018-2019, quindi l’ultimo possibile.
Potranno usufruire delle risorse i Comuni che entro il 14 settembre 2020 faranno richiesta di finanziamento alla Regione, accompagnata da un impegno formale di utilizzo delle risorse esclusivamente per l’abbattimento delle rette di frequenza.
La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26 mila euro, il cui risparmio annuo per ogni bambino iscritto sarà più consistente nel caso di un bambino con disabilità o residente in un Comune montano.
A stabilire come articolare concretamente l’abbattimento o l’azzeramento delle rette spetterà ai Comuni o alle Unioni.
Sulla base dei bambini iscritti in quest’ultimo anno, a livello provinciale le risorse ai Comuni sono così suddivise: a quelli dell’area metropolitana di Bologna 5,2 milioni di euro; a quelli della provincia di Modena 2,9 milioni; a quelli della provincia di Reggio Emilia 2,5 milioni; a quelli della provincia di Parma 1,9 milioni; a quelli della provincia di Ravenna 1,6 milioni; a quelli della provincia di Forlì-Cesena 1,4 milioni; a quelli della provincia di Ferrara poco più di 1 milione di euro; a quelli della provincia di Rimini 876 mila euro e a quelli della provincia di Piacenza 752 mila euro.
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