Parte in questi giorni “Lavoro, Persone e Genere”, un’indagine sugli impatti dell’emergenza sanitaria sulle imprese dell’area metropolitana bolognese.
L’emergenza sanitaria degli ultimi mesi ha generato impatti diffusi sull’intero tessuto socioeconomico del territorio, obbligando le imprese a prendere decisioni repentine di fronte a un contesto senza precedenti, a partire dal fortissimo aumento delle forme di lavoro da remoto, trasformatesi da opportunità a necessità.
Ad oggi ancora poco è stato rilevato, registrato ed elaborato circa gli impatti organizzativi, psicosociali e di genere sul sistema delle imprese. Per questo la Città metropolitana di Bologna ha accettato di condividere la proposta di C.O. Gruppo Srl (spin-off dell’Università di Bologna, una rete di professionisti specializzati nella facilitazione di processi complessi) e Associazione Bateson (che da 30 anni opera a Bologna nell’ambito socio-educativo), di avviare un progetto di ricerca che valuti l’impatto sul mondo del lavoro e delle imprese della pandemia rispetto a tre dimensioni: organizzativa, psicosociale e di genere, attraverso una indagine su un campione significativo di imprese del territorio bolognese.
La rilevazione delle scelte operate in questo periodo dalle imprese locali rappresenta infatti per Palazzo Malvezzi una importante base di partenza per intercettare i bisogni delle realtà produttive del territorio, le criticità e infine le esigenze relative alle modalità di gestione della prestazione lavorativa. In particolare i dati raccolti potranno risultare utili per formulare ragionamenti rispetto a nuove forme di flessibilità degli orari, rispettose delle esigenze del dipendente e dell’impresa in un’ottica di migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e che tengano conto di un’accresciuta complessità dei contesti organizzativi aziendali a seguito dell’introduzione del lavoro da remoto.
In questi giorni il questionario verrà testato sull’area industriale delle Roveri, che ha dimostrato in questi ultimi anni di sapere evolvere verso un modello integrato di produzione e servizi.
A partire da settembre la ricerca si allargherà ad altri ambiti del territorio, con l’obiettivo di un confronto sui risultati anche attraverso il “Tavolo Smart Bo” istituito da Comune di Bologna e Città metropolitana.
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