Bologna. Bignami (FdI) a Gibertoni: “Sui medici lettera sbagliata”
Gentilissima Direttrice e Commissario Straordinario,
ho avuto modo di leggere la Sua mail, inviata a tutti i medici dell’area metropolitana bolognese.
Devo dirle, da rappresentante dei bolognesi e degli emiliano romagnoli alla Camera dei Deputati, che non mi ha convinta.
Non mi ha convinto per i toni che hanno contributo a formarne, come era inevitabile, la sostanza.
Abbiamo
appena attraversato 3 mesi drammatici, in cui anche il nostro sistema
sanitario regionale si è trovato impreparato nel fronteggiare quanto
stava avvenendo.
Se la situazione è stata sostenuta, lo si deve
principalmente all’impegno dei medici, degli infermieri, degli operatori
sanitari, costretti a lavorare in condizioni spesso difficili, senza
protezioni, senza dispositivi che invocavano quotidianamente e pur non
ricevendoli, non hanno indietreggiato di un centimetro.
Oggi Lei
scrive a quelle stesse persone affermando che non bisogna compiere
“furbizie”, “egoismi”, “polemiche astiose di piccolo cabotaggio”, che
non bisogna far prevalere “egoismo” e “individualismo”.
Davvero i nostri medici si meritavano queste parole?
Davvero si meritavano di vedersi attribuiti un generalizzato sospetto di questo tipo?
O forse Lei è a conoscenza di situazioni specifiche che meritavano questo severo richiamo?
E
allora mi corre l’obbligo di chiederle quali siano queste situazioni e
perchè non abbia ritenuto di fare nomi e cognomi, se ve ne sono.
Perchè,
diversamente, l’idea che la Sua comunicazione ha generato è che
l’obbiettivo sia quello di evitare che i medici, i professionisti, i
lavoratori, non arrechino alcun disturbo al “manovratore”, al “sistema”
impegnato nell’ennesima “riorganizzazione”, su cui dirò qualcosa.
Qualsiasi sia la risposta, Lei ha, a mio avviso, commesso un errore.
Se
era un richiamo generico, ritengo ingeneroso rivolgerlo pubblicamente a
tutti i medici, visto quello che hanno fatto insieme a infermieri e
operatori.
Se era un richiamo specifico, ritengo che Lei abbia il
diritto e anche il dovere di intervenire puntualmente, senza
generalizzazioni banali.
Se è un avvertimento, ritengo che in realtà
Lei non possa permetterselo: sono stati commessi tanti e tali errori
dall’apparato burocratico politico di cui Lei rappresenta piena e
completa espressione che davvero non può impartire lezione alcuna.
Dovrebbe invece mettersi in umile, composto ascolto, anche se è chiaro
che le critiche La infastidiscono.
Invece ne avremmo tante da
rivolgerle e se fino ad oggi abbiamo ritenuto, salvo situazioni
clamorose, di non alzare polemiche è solo per il rispetto che dobbiamo
ai nostri medici, infermieri, operatori e a tutti i cittadini.
Ma questo non può essere da Lei intesa come condivisione delle Sue scelte, generando l’idea che Lei non sia criticabile.
Non
abbiamo condiviso tante, tantissime cose, come non condividiamo il
maldestro tentativo di nascondersi dietro l’emergenza COVID per
procedere a ulteriori “riorganizzazioni”, come ama chiamarle l’apparato.
Riorganizzazioni il cui peso e le cui conseguenze vengono scaricati
sistematicamente sul personale e sui professionisti, oltre che sui
cittadini.
Lei sa bene come già da prima stavate portando avanti “riorganizzazioni” penalizzanti per il servizio sanitario regionale.
Mi
auguro che Lei decida di metterci la faccia, di assumersi le proprie
responsabilità, senza nascondersi dietro drammi come quello attraversato
e ancora in essere e senza colpevolizzare medici e infermieri a cui
dobbiamo solo essere grati e non certo rivolgere ingenerose e
inopportune allusioni di furbizie, egoismi, protagonismi,
individualismi.
Ascolti le critiche, le tante critiche, che molti
operatori stanno rivolgendo al sistema. Non lo prenda come lesa maestà,
non lo interpreti come un disturbo al manovratore. Lo viva come quello
che è: la volontà di dare un contributo comunque positivo e propositivo,
per migliorare assieme la società in cui viviamo, nel reciproco
rispetto e nelle reciproche diversità.
Queste persone hanno guadagnato sul campo il diritto, che già per nostra Costituzione avevano, di farlo.
Cordialmente
On. Avv. Galeazzo Bignami