Associazione Ardigò: “Non si può chiudere il Cup a Bologna!”
Il Cup di Bologna è di fatto chiuso, con tante agende mediche chiuse e numeri di telefono che non rispondono. È un fatto grave che colpisce al cuore il sistema creato a tutela dei diritti dei cittadini in sanità. È stato uno dei vanti della sanità cittadina (famosa la frase di un vacanziere bolognese sulle spiagge toscane degli anni novanta rivolta a un fiorentino che si dava delle arie: “Noi a differenza di voi abbiamo il Cup!”).
Nel corso dell’ultimo quinquennio era stato potenziato con il CupWeb e il collegamento al FSE. Perdere il Cup significa tornare indietro di decenni, quando per ottenere un appuntamento per una visita specialista o un esame bisognava avere una raccomandazione politica o conoscere un cugino infermiere. Qualche politico locale ha tentato penosamente di difendere la nuova situazione tragica arrivando ad affermare, senza ritegno, che ‘il Cup è superato’. Altri, più correttamente e giustamente – come si legge dai giornali – protestano. È urgente che l’Ausl di Bologna e la Regione Emilia Romagna riaprano il Cup di Bologna.
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