Agricoltura, via alla lotta biologica contro la cimice asiatica: liberato primo gruppo di 110 vespe samurai
È piccolissima e già presente in regione, non è pericolosa per l’uomo e neanche per gli animali o le api, si ciba di polline e non punge, il suo unico nemico è la cimice asiatica, il pericoloso parassita che da tempo danneggia le produzioni frutticole della regione e del nord Italia. Il Trissolcus japonicus, più comunemente noto come vespa samurai, è il grande alleato degli agricoltori nella lotta biologica alla cimice asiatica che ha ufficialmente preso il via questa mattina con il primo lancio nelle campagne modenesi.
Le prime 110 vespe samurai, di cui 100 esemplari femmina e 10 maschio, sono state liberate a Campogalliano nei pressi di una siepe naturale di proprietà privata, adiacente ai frutteti di un imprenditore associato Coldiretti, coperti con reti monoblocco. L’obiettivo per il 2020 è un insediamento diffuso e veloce, che dovrà comunque essere affiancato da difesa attiva e passiva.
Il programma regionale dei lanci
Il piano regionale di contrasto alla cimice asiatica è stato autorizzato dal ministero dell’Ambiente ed è basato su uno studio scientifico del rischio durato due anni e sviluppato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea-DC).
Previsto su tutte le regioni del nord Italia con 712 siti totali distribuiti lungo i corridoi ecologici, il progetto in regione conta 300 siti indicati da un apposito cartello e distribuiti lungo i corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti, ecc) dove la vespina samurai non è disturbata e dove il parassita depone le sue uova.
Ogni punto prevede due lanci, verso la metà di giugno e la metà di luglio, in corrispondenza con i due picchi di ovature della cimice. Ogni volta vengono liberati 100 esemplari adulti femmina e 10 adulti maschio, tanti i monitoraggi entomologici da fare prima e dopo il lancio per verificare l’avvenuto insediamento.
Una lotta al parassita che lo scorso anno, nella nostra regione, ha provocato ingenti danni alle coltivazioni che quest’anno dovranno essere comunque difese con reti anti cimice e con il controllo integrato e biologico dal momento che i risultati dell’immissione della vespina e l’auspicato riequilibrio ambientale della cimice potranno essere valutati nei prossimi anni.
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