Da notizie di stampa si apprende che è nato a Bologna il primo tavolo
in Italia dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro a fronte della
epidemia da coronavirus, avente lo scopo di promuovere e sostenere le
imprese nella messa a norma di piani di sicurezza da Covid-19 sui posti
di lavoro. Posto che Il tavolo si inserisce nell’ambito di un più ampio
progetto, sostenuto dalla Regione e promosso anche a livello nazionale,
volto alla istituzione di tavoli anche a livello territoriale e che se
ne propone la promozione su tutto il territorio nazionale, mi chiedo
come mai l’invito non sia stato esteso a tutte le forze politiche,
comprendendo quindi anche i parlamentari dei partiti di opposizione.
Ricordo infatti che l’emergenza non dovrebbe essere gestita a “comparti
politici” e che le regioni italiane, oggi, non rispecchiano l’attuale
maggioranza di governo: i nostri parlamentari bolognesi avrebbero quindi
avuto ampio titolo per partecipare e fornire il loro contributo.
Sicuramente l’iniziativa è utile e lodevole, a patto che il risultato di
tutta l’attività, cioè fornire linee guida e buone pratiche per settore
ma anche funzioni di certificazione dei Piani di Sicurezza delle
aziende già attive e di quelle che riapriranno, non si traduca in costi
aggiuntivi per le imprese, le quali non possono essere gravate
ulteriormente, pagando già responsabili per la sicurezza e aziende per
le varie certificazioni, oltre scontare le perdite da chiusura forzata.
Auspico quindi che il contributo degli Enti e delle Associazioni sia
anche di natura economica, sostenendo i costi di questo percorso e
traducendosi così in un vero aiuto tangibile e non in un aggravio.
Così afferma la Consigliera Metropolitana Marta Evangelisti “Uniti per l’Alternativa”