La Regione Emilia-Romagna non si ferma e potenzia tutte le forme di smart working. In queste due settimane la Regione ha consentito ad altri 500 dipendenti (oltre ai 400 già autorizzati) di poter lavorare da remoto, in modalità smart working. E questo è un numero in crescita giorno dopo giorno, anche perché è consentito ai dipendenti l’uso di dispositivi personali, cioè non di proprietà dell’Ente.
Già in seguito alla prima Ordinanza del Ministro della Salute, d’intesa con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, la Regione si era mossa in questa direzione, potenziando lo smart-working, forte dell’esperienza avviata nel 2018.
Per favorire questa modalità di lavoro, è stata predisposta una procedura semplificata che, dalla richiesta di attivazione effettuata on line in accordo con il proprio responsabile, consente alle persone di lavorare, entro 24 ore, con il proprio dispositivo. E questo grazie anche ad un percorso formativo in e-learning incentrato sugli aspetti di sicurezza, organizzazione del lavoro remoto e di relazione con i colleghi. Inoltre, tutti gli smart worker accedono ad un canale di assistenza dedicato on line per ogni dubbio o criticità.
Per coloro che erano già Smart Worker e per gli oltre 500 telelavoratori, la direttiva interna ha consentito di ampliare le giornate lavorabili in remoto, sempre bilanciandole con le esigenze organizzative della struttura in cui lavorano.
La Regione Emilia-Romagna è infine a disposizione per supportare l’innovazione tecnologica e organizzativa anche di Enti Locali e Aziende Sanitarie. A questo proposito, sono in corso numerose call conferences per condividere i kit e le soluzioni tecnologiche, organizzative e giuridiche a supporto dell’immediata applicazione di una profonda trasformazione digitale della Pubblica amministrazione.
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