Fornire indicazioni chiare sulla possibilità di svolgere attività di volontariato connesse alla gestione dell’emergenza e alla conseguente possibilità di spostamento per i volontari, ridurre il rischio di contagio e salvaguardare la salute dei volontari e delle persone a cui prestano aiuto in questa fase di emergenza sanitaria.
Sono questi i principali obiettivi delle “Linee guida per le attività del volontariato nell’ambito dell’emergenza epidemiologica Covid-19” elaborate da Regione Emilia- Romagna, confrontandosi con Terzo settore ed Anci, per consentire ai tanti volontari impegnati a supportare le persone più vulnerabili di agire in modo responsabile e nella massima sicurezza.
Il documento si articola su tre punti principali: sistema di coordinamento con i Comuni ei Centri operativi comunali della Protezione civile, modalità di svolgimento delle attività e indicazioni che riguardano più direttamente la tutela dei volontari impegnati nella fase di emergenza e degli assistiti.
I Comuni devono rappresentare il punto essenziale di coordinamento delle attività di volontariato, indicando i bisogni e le priorità di intervento; i Centri Servizi per il volontariato contribuiscono alla ricerca e formazione di nuovi volontari e possono svolgere anche azioni di impulso e coordinamento di iniziative specifiche in accordo con i Comuni. Gli Enti del Terzo settore si coordinano con i Comuni per ogni attività e, in ragione della loro prossimità, possono fare segnalazioni sui bisogni e particolari fragilità ai Servizi sociali.
Le Linee guida
In linea generale vige il principio che sono ammesse le attività collegate direttamente all’erogazione di servizi pubblici essenziali, da svolgersi in raccordo con il Servizio sociale territoriale. Tra queste, la consegna a domicilio di generi alimentari, medicinali e altri beni di prima necessità. È poi consentito il funzionamento degli Empori solidali, limitatamente alla fornitura dei generi alimentari e non, privilegiando modalità di distribuzione che evitino assembramento di persone e contatto fisico. Sono sospesi i cosiddetti servizi ausiliari (sportello di ascolto, orientamento, consulenza). Possono proseguire gli interventi di bassa soglia rivolti a categorie vulnerabili quali persone senza fissa dimora (distribuzione pasti, mense, beni prima necessità, supporto nelle strutture di accoglienza), il contatto e monitoraggio telefonico delle persone vulnerabili e a rischio di isolamento.
L’accompagnamento sociale può essere svolto esclusivamente per situazioni non differibili.
In relazione alle limitazioni della mobilità di persone fisiche all’interno di tutto territorio regionale, si conferma la compatibilità degli spostamenti finalizzati esclusivamente alle attività di volontariato correlate all’emergenza in corso, come quelle descritte nel documento.
A tal fine, ad integrazione dell’autocertificazione prevista dalle norme vigenti, si suggerisce di dotare il volontario di una dichiarazione del legale rappresentante dell’Ente circa la qualità di socio volontario e la natura dell’attività svolta in raccordo con il Comune. Si sottolinea come ogni attività di volontariato vada svolta con l’adozione di tutte le misure necessarie a garantire la massima tutela della sicurezza e della salute sia dei volontari che dei beneficiari.
Le attività di consegna spesa e altri beni dovrà avvenire con una modalità che escluda il contatto diretto e assicuri il mantenimento della distanza di sicurezza, preferibilmente prevedendo il deposito fuori dalla porta o in altro luogo concordato, previo accordo telefonico con il destinatario. Per le disposizioni di sicurezza (ad esempio l’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuale) nello svolgimento delle attività si rimanda alle specifiche circolari della Protezione civile o emanate dalle autorità competenti in considerazione del tipo di attività svolta.
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