Il via libera unanime dei Sindaci al percorso di redazione del Piano Territoriale Metropolitano-PTM, espresso in Conferenza metropolitana il 29 gennaio 2020, rappresenta il primo fondamentale passo per la realizzazione di questo importante nuovo strumento che costituirà parte integrante della pianificazione territoriale regionale e che sarà il quadro di riferimento strutturale per gli strumenti urbanistici comunali, applicando il principio di sostenibilità.
Il PTM definirà le scelte strategiche e strutturali di assetto del territorio, per lo sviluppo sociale ed economico, la tutela e la valorizzazione ambientale, per l’intero territorio metropolitano e in coerenza con la nuova legge urbanistica regionale e gli altri strumenti dei quali si è dotata la Città metropolitana: Piano Strategico Metropolitano (PSM 2.0), Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e Agenda metropolitana per la sostenibilità.
La prima fase dell’iter previsto per il PTM prenderà il via già da febbraio con la consultazione preliminare, che durerà tre mesi, in cui la Città metropolitana, in collaborazione con la Fondazione per l’Innovazione Urbana, presenterà gli obiettivi strategici che si intendono perseguire e le scelte generali di assetto del territorio. Le attività, che si concluderanno a maggio, prevedono interviste ai Presidenti delle Unioni, ai Sindaci e ai soggetti rappresentativi o portatori di interessi, workshop tematici e un evento pubblico di presentazione.
Parallelamente alla fase di consultazione preliminare sarà avviata la redazione del Piano, che verrà assunto dal Consiglio metropolitano a giugno (completo di tutti gli elaborati: Relazione, Cartografia, Disciplina urbanistica, ecc.).
Dopo l’assunzione, si passerà alla fase delle osservazioni, affiancata da un percorso partecipativo con amministrazioni, associazioni, comitati e gruppi di cittadini portatori di interessi a carattere non individuale.
Conclusa la fase dedicata alle osservazioni, il Consiglio metropolitano adotterà il Piano per poi trasmetterlo al Comitato Urbanistico Regionale (CUR) per l’espressione del parere di competenza.
A marzo 2021 si potrà concludere l’iter del PTM con l’approvazione definitiva in Conferenza dei Sindaci e in Consiglio metropolitano.
“Il PTM rappresenterà la visione del futuro della nostra comunità – ha sottolineato il sindaco metropolitano Virginio Merola – oggi l’azione amministrativa si deve misurare con sfide determinate da fattori esterni al perimetro di competenza e all’ambito territoriale della città metropolitana: crisi climatica, tenuta sociale, lavoro per le giovani generazioni.
Bologna vuole essere la città metropolitana dove industria e ricerca si integrano con un ambiente sano e un welfare pubblico di eccellenza, e dove l’azione pubblica è considerata come la leva fondamentale per selezionare, sostenere e attivare le iniziative capaci di portare a sintesi tre dimensioni che già abbiamo individuato come fondanti nel proficuo lavoro di costruzione del Piano Strategico Metropolitano: inclusività, attrattività e sostenibilità. Un obiettivo sempre più strategico che va declinato non solo come sostenibilità ambientale ma anche economica, sociale e di governance.
Bologna metropolitana attrattiva e vitale proprio perché responsabile nei confronti dell’ambiente e del proprio patrimonio storico e paesaggistico, attenta ai bisogni di persone, gruppi e associazioni, curiosa e sensibile verso le forme di creatività, ricerca e innovazione capaci di alimentare nuovi modi di pensare e produrre.
Proprio per questo – ha concluso Merola – per costruire questo Piano occorrerà un approccio integrato e non settoriale facendo emergere le diverse vocazioni territoriali”.
Dopo l’inquadramento del Piano Territoriale Metropolitano, sia dal punto di vista normativo, grazie all’avvocato Tommaso Bonetti (SPISA Università di Bologna), che tecnico con una riflessione stimolata da Patrizia Gabellini (Politecnico di Milano), si è aperto il dibattito con gli interventi dei numerosi Sindaci presenti.
“In tutti gli strumenti di pianificazione che abbiamo approvato – ha concluso il consigliere metropolitano delegato Marco Monesi – ci siamo impegnati a perseguire il progressivo azzeramento del consumo di suolo. Obiettivo che confermeremo con questo nuovo Piano che vede tra gli assi fondamentali la perequazione e che investe la Città metropolitana di un compito specifico: l’attribuzione ai Comuni delle quote di espansione possibile, fino ad un massimo del 3% rispetto alla superficie già urbanizzata. Un limite che va sostenuto e letto come una opportunità di sviluppo sostenibile per una progettazione urbanistica di qualità”.
Ufficio stampa Città metropolitana