Bonaccini avrebbe avuto tutte le possibilità per riaprire il punto nascita se solo lo avesse voluto: ciò anche in virtù del suo ruolo di presidente della Conferenza Stato-Regioni. L’accelerazione impressa a pochi giorni dal voto suona davvero come una presa in giro. In questi anni sono stati riaperti punti nascita in altre Regioni, prendiamo il caso di Barga in provincia di Lucca che non è nemmeno troppo distante da noi. Pertanto, Bonaccini aveva tutti gli strumenti per dare una linea politica chiara sulla salvaguardia della montagna. Ma così non è stato. Tra l’altro, qualche tempo fa, il sindaco di Vergato, Argentieri, aveva chiesto la riapertura del punto nascita in Appennino e la sua collocazione proprio a Vergato in quanto, nel piano di riordino ospedaliero si parla di una gestione della sanità unica per l’alto e medio Reno. Ma il sindaco di Vergato non è stato nemmeno invitato al prossimo incontro del 23 gennaio, così come non è stato invitato il presidente del distretto socio-sanitario, il sindaco Santoni di San Benedetto Val di Sambro. A dimostrazione che, per Bonaccini, chi non è del Pd non viene tenuto in considerazione: la classica politica di sinistra che noi vogliamo mandare a casa.
Marta Evangelisti, candidata FdI