Bar, ristoranti, negozi piccoli e grandi e commercio su aree pubbliche al centro delle politiche della Regione per favorire il settore e sostenere chi lavora dietro al bancone e nei mercati. Attraverso la valorizzazione dei centri commerciali naturali nelle città, la qualificazione degli esercizi per migliorarne attrattività e competitività, l’innovazione digitale e un più facile accesso al credito. Passa principalmente da questi canali l’azione della Regione per sostenere il comparto del commercio e dare nuova energia a un settore strategico per le città e le comunità dell’Emilia-Romagna. Se ne è parlato oggi (28 novembre n.d.r.) a Bologna con operatori e associazioni al convegno “Il futuro del commercio” organizzato dalla Regione in collaborazione con Art-ER, la società regionale per la crescita e l’innovazione.
Degli oltre 72 mila esercizi commerciali dell‘Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2018, 65 mila sono esercizi di vicinato (negozi con superficie inferiore ai 150 mq), 4950 i minimarket, 2325 i supermercati e 131 i megastore. La spesa media mensile per consumi delle famiglie nel 2018 è stata di 2900 euro, dato significativamente al di sopra di quello nazionale. Il commercio al dettaglio in sede fissa vale il 3,3% dell’economia regionale e il 6,8% dell’occupazione totale, mentre dettaglio più ingrosso valgono l’11,1% del totale regionale e il 14,3% degli occupati. Nell’arco dell’ultimo decennio sia il commercio totale (ingrosso più dettaglio), sia il commercio al dettaglio in sede fissa in termini occupazionali hanno recuperato il numero degli addetti del pre-crisi, riacquistando terreno rispetto all’economia complessiva regionale.
Un provvedimento inedito nel nuovo bando regionale da 4 milioni di euro con contributi diretti agli operatori
L’incontro di oggi è stato anche l’occasione per presentare un nuovo bando regionale a favore di negozi, bar e ristoranti. Il finanziamento di 4 milioni di euro, di cui 2 milioni di risorse Por-Fesr nel 2020 e 2 milioni di risorse regionali nel 2021, previsto dal bando in approvazione questa settimana, consentirà contributi per la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture in cui si esercitano attività di commercio al dettaglio in sede fissa come gli esercizi di vicinato, bar, ristoranti e pubblici esercizi in genere, anche per l’ampliamento di nuovi servizi o prodotti. Si tratta di contributi a fondo perduto, per un massimo di 30 mila euro, per il 40% della spesa ammessa per piccole imprese con massimo 40 addetti. La percentuale è elevata fino al 55%, nel caso di imprese femminili o giovanili, o imprese che si trovano in aree montane o svantaggiate. Un’altra novità di questo bando è che si prevede di elevare il contributo massimo di un altro 10% per progetti presentati da imprese che esercitano la loro attività in immobili in affitto con contratti regolarmente registrati.
Gli interventi di Roberto Righetti direttore di Art-Er, Marco Leoni di Emilia-Romagna Incoming e Marco Pasi di Confesercenti, hanno approfondito l’analisi del settore in Emilia-Romagna.
Sulla qualità e l’attrattività degli esercizi commerciali nei contesti urbani e sulla qualificazione del commercio su aree pubbliche sono intervenuti i presidenti regionali di Confcommercio Enrico Postacchini e di Confesercenti Dario Domenichini.
Il commercio al dettaglio in cifre
Nel decennio 2009/2019, anche in Emilia-Romagna, sia pure in maniera minore rispetto al contesto nazionale, il settore del commercio ha risentito degli effetti negativi della crisi, legata sia al calo dei consumi interni a livello nazionale sia alle modificazioni degli stili di acquisto e all’avvento dei grandi operatori del mercato on-line che operano a livello globale. Il settore ha visto un ridimensionamento dei propri numeri, soprattutto con riferimento agli esercizi di vicinato, ovvero i piccoli esercizi commerciali tradizionali, che rivestono un ruolo fondamentale, per lo sviluppo economico e sociale delle città e per l’attrattività turistica dei territori e dei centri storici in particolare.
Dai dati della ricerca di Art-ER, emerge che le unità locali di commercio in sede fissa nel 2017 erano 53.865 per 149.266 addetti, valori sostanzialmente in linea con quelli pre-crisi (2008).
Anche il commercio su aree pubbliche, che con 730 mercati, 8.620 imprese e 13.026 addetti rappresenta ancora una parte importante del commercio al dettaglio, sta attraversando un periodo di difficoltà, aggravato anche all’incertezza creata dalla ormai famosa direttiva Bolkenstein, sulle concessioni dei posteggi, su cui la Regione è intervenuta portando avanti, attraverso i bandi pubblici, il rinnovo delle concessioni. In controtendenza il settore dei pubblici esercizi, che fino ad ora ha visto un’espansione soprattutto grazie all’incremento dei flussi turistici, seppure con una leggera flessione nell’ultimo anno.
Le strategie della Regione a sostegno del settore
Diverse le azioni messe in campo in questa legislatura dalla Regione per aiutare il settore a recuperare terreno dopo la grande crisi economica del 2008 a partire dalla valorizzazione dei centri commerciali naturali storici e urbani e dalla qualificazione delle aree dei mercati.
Nel periodo 2015-2018 sono stati finanziati progetti di marketing del territorio e investimento realizzati dagli Enti locali con un contributo di 7,6 milioni di euro. La promozione delle aree commerciali, attraverso i Centri di assistenza tecnica delle associazioni (Cat), si è tradotta in 71 progetti per 1,2 milioni di euro di contributi.
Per incentivare la competitività degli esercizi commerciali e migliorarne l’attrattività delle imprese commerciali, sono stati stanziati circa 7,1 milioni di euro nel 2017 e 2018 a fronte di 21 milioni di euro di investimenti ammessi. L’impegno per l’innovazione e la digitalizzazione degli esercizi commerciali si è concretizzato in contributi alle imprese per oltre 1,7 milioni di euro.
L’accesso al credito, una delle leve strategiche per la crescita, ha visto investimenti delle imprese del settore commerciale e turistico per oltre euro 11 milioni di euro dal 2015 al 2019 attraverso il sistema dei consorzi fidi e delle cooperative di garanzie operanti sul territorio. Un intervento specifico poi è andato alle zone montane e rurali con investimenti per 800 mila euro per l’insediamento e lo sviluppo degli esercizi polifunzionali. Da ultimo il nuovo bando regionale da 4 milioni di euro con contributi diretti agli operatori commerciali.
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