Nel corso del 2019 sono state numerose le iniziative del grande polo scolastico persicetano di istruzione superiore volte a connettere la attività formativa curricolare da un lato, con la cultura “alta” delle istituzioni museali dall’altro. Coinvolta anche la produzione culturale legata al territorio e alle associazioni. Questa combinazione di fattori richiede una progettazione di qualità e produce immancabilmente risultati di grande valore in termini di motivazione delle giovani generazioni ad approfondire la conoscenza delle radici storico-culturali delle comunità di appartenenza. È quanto è accaduto, con riferimento allo studio delle interazioni fra presenze bizantine e longobarde in un’area, come quella che coinvolge il contesto persicetano e nonantolano, notoriamente divenuta di confine fra i due contendenti, con il progetto “Alla scoperta del nostro territorio – Presenze longobarde in territorio bizantino”. Di questo lavoro si sono giovati,oltre agli studenti dell’Archimede (classe 3 E) anche i colleghi del liceo classico “Muratori” di Modena con occasioni di incontro e scambio fra i due istituti e con una ricaduta anche sui ragazzi delle medie nel corso del nuovo anno scolastico che sta per iniziare (2019/20). I liceali da discenti si trasformeranno in docenti a beneficio dei loro colleghi più giovani, con una parte riservata a giochi tematici. Varie sono state le discipline e le competenze coinvolte per ricomporre il quadro delle influenze longobarde capaci di segnare non solo il territorio (è il caso ad esempio di tracciati stradali, come la via Cassola, riconducibili alla loro presenza) ma anche di disseminare di germanismi il nostro dialetto se non a connotare il patrimonio genetico di Persicetani, Santagatesi, etc. Archivistica, cartografia, filologia, scienze biologiche, archeologia, etnografia sono state chiamate in causa, autorevolmente rappresentate, per coinvolgere gli studenti e introdurli in un intrigante lavoro di elaborazione dei dati a disposizione e definizione di un percorso di studio ed approfondimento. Fondamentale l’apporto di Patrizia Cremonini, direttrice dell’archivio storico di stato di Modena e di Alberto Tampellini responsabile dell’archivio storico di San Giovanni in Persiceto, nonché dell’archeologo Fabio Lambertini, studiosi di alto profilo molto impegnati negli anni su questi temi e profondamente legati al territorio di riferimento. Lo stesso dicasi per il prezioso contributo di competenze offerto da Alessio Boattini (dipartimento di Scienze Biologiche Unibo), Francesco Benozzo (dipartimento di Filologia Romanza Unibo) e Milena Bertacchini per gli aspetti cartografici. Per la parte più direttamente rievocativa dei costumi e della vita quotidiana dei Longobardi, grazie al Museo Archeologico-ambientale di San Giovanni in Persiceto a all’Associazione culturale “Bandum Freae”, è stato possibile, secondo il modello di living history, riprodurre materialmente, sul campo, la tecnica di fusione del bronzo finalizzata alla perfetta riproduzione di un manufatto proveniente da un corredo funerario longobardo. Uscite didattiche (Museo Benedettino dell’Abbazia di Nonantola), laboratori di cartografia, un concorso fotografico, traduzione in varie lingue degli elaborati degli studenti, costituiscono ulteriori corollari di questo corposo e innovativo progetto. Un particolare plauso spetta infine al grande lavoro de docenti tutor Lorena Bergamini, Marina Zamboni e a Paolo Balbarini (quest’ultimo coinvolto sulla ascendenza germanica del dialettale e carnevalesco “spell”).
Fabio Poluzzi