L’idea cominciò a nascere dopo l’incontro, svoltosi presso il nostro Istituto, con l’Ing.A. Davalli del Centro Protesi dell’INAIL di Vigorso, quando gli alunni notarono che vi erano diversi ausili per coloro che non avevano l’uso delle mani, oppure dei piedi ma nulla per coloro che non potevano comandare né mani né gambe/piedi, situazione che rende costoro completamente dipendenti dagli altri.
Si è iniziato a pensare a come permettere loro, almeno una tranquilla passeggiata, senza dover richiedere assistenza ad altri. Naturalmente non avendo la possibilità di muovere gli arti sia superiori che inferiori, non rimaneva che sfruttare il movimento della testa oppure il comando vocale, comando a cui, forse, ci dedicheremo in seguito.
Un gruppo di alunni della ex classe IVª sezione M di Elettronica/Elettrotecnica, incominciò a pensare come realizzare il supporto, per il quale occorrevano quattro tipi competenze: Software (gestione software dei sensori e degli attuatori attraverso microcontrollore), Elettronica (dispositivi di comando), Elettrotecnica (attuatori e motori elettrici), Meccanica (costruzione dei supporti metallici e di trasmissione del moto alla ruota motrice).
Le prime tre competenze potevano essere sviluppate nella nostra scuola; la quarta, non essendoci una sezione Meccanica, ha richiesto l’aiuto esterno del Signor Salvatore Mariano (eccellenza delle aziende meccaniche dell’area di San Giovanni), fornitoci con generosità ed entusiasmo. La progettazione è iniziata alla fine dell’anno scolastico 2017-18 ed è continuata nell’attuale anno scolastico, concretizzandosi con pieno successo nel gennaio 2019.
La nostra carrozzina, pilotata dall’alunno Riccardo Colonna, ha risposto in pieno ai comandi dati con il movimento della testa del nostro collaudatore, permettendogli di fare un ampio e lungo giro, lungo i corridoi e nell’atrio della scuola. Come ogni prototipo è ancora da migliorare e perfezionare, anche imparare a guidarla non è immediato; occorrono circa 15 minuti prima di acquisire familiarità con il mezzo.
Un aspetto caratterizzante è quello di utilizzare materiali e supporti “poveri” che costassero poco; riteniamo, infatti, che debba essere l’intelligenza del progettista a dover emergere, non i denari del portafoglio, troppo semplice sarebbe stato comprare i vari sottosistemi già fatti ed assemblarli.
I nostri motori sono costituiti da motori di tergicristalli per auto (usati), di cui uno regalatoci dal Sig. Mariano, il sensore per la rilevazione del movimento della testa ha un costo di 3-4 euro, i relays per i circuiti di comando sono in dotazione al magazzino della scuola, nel prototipo è stato utilizzato anche un relay per auto (usato) che si è ritrovato tra le mani, per caso, il docente di Sistemi Elettronici, Francesco Scordino.
Le schede elettroniche ed i relativi componenti sono stati assemblati e realizzati dai ragazzi; insostituibile, come sempre, l’aiuto sul campo del tecnico di laboratorio Francesco Dotolo.
I ragazzi dell’attuale Vª M si sono dati da fare con passione, ed al gruppo “pilota” iniziale si sono aggiunti tutti i ragazzi della classe, che, ancora oggi, stanno sviluppando ulteriori dispositivi da aggiungere al prototipo.
Il gruppo “pilota” che ha sviluppato l’idea principale è formato da: Matthew Casamento, sviluppatore del “kernel” software e dell’elettronica; Riccardo Colonna, sviluppo software, schede elettroniche e meccanica; Michele Lambresa, team manager – elemento di coesione del gruppo; Mirco Paltrinieri, sviluppo software, schede elettroniche e meccanica.
Al gruppo di insegnanti di Elettronica/ Elettrotecnica preme porre l’accento su due aspetti che caratterizzano, in generale, la filosofia della sezione e, nel particolare, della realizzazione funzionante dello X-Carrier: 1) L’utilizzo di materiali e dispositivi poco costosi, facilmente disponibili, consente di realizzare il dispositivo dal nulla e con pochi semplici mezzi; ma sono l’intelligenza e le conoscenze di chi realizza il progetto che devono essere utilizzate al meglio, ciò ha una valenza educativa rilevante. Occorre una buona capacità di analisi del problema ed una ricerca della soluzione pratica più efficace. 2) Pensare di aiutare persone disabili, aiutandole, per quanto possibile, ad essere autonome ed indipendenti, è un modo per sensibilizzare i nostri alunni a guardare gli altri in maniera meno superficiale, a comprendere meglio coloro che abbiamo a fianco e che spesso facciamo finta di non vedere.
La scuola non deve mai dimenticare la propria missione fondamentale, che è Insegnare a decodificare la realtà, analizzandola in maniera onesta, e cercare di migliorarla con la nostra Umanità. Tutto ciò è possibile, cosa non sempre compresa, anche attraverso l’ideazione e la realizzazione di un semplice circuito elettronico.
Articolo redatto e corretto da Pasquale Zambrotta,
Piero Venturi, Manuela Iob