Le interviste di CBN: Andrea Felicani
Anno nuovo, nuova intervista. E per il 2019 si riparte in maniera davvero speciale rivolgendo le nostre consuete 5 domande ad un atleta, ormai noto sul nostro territorio. Parliamo del giovane Andrea Felicani di Sant’Agata Bolognese, fautore del rigore decisivo, quello realizzato in finale durante lo scorso Campionato di Wheelchair Hockey, che ha portato la Nazionale Italiana a vincere, per la prima volta, i Mondiali in questa disciplina.
Com’è nata la tua passione per il wheelchair hockey?
Tutto è cominciato dalla proposta di un amico, con il quale già condividevo la passione di andare ad assistere alle partite di calcio allo Stadio di Bologna, che mi ha invitato a giocare per la prima volta a Wheelchair Hockey in una squadra locale (Polisportiva Pallavicini) dove appunto ho scoperto e iniziato a conoscere questa disciplina sportiva, della quale mi sono immediatamente appassionato.
E dal giocare in una squadra locale, com’è avvenuto il passaggio in Nazionale?
Devo dire che il salto in Nazionale è stato rapidissimo… nel giro di poco tempo sono stato chiamato per dei provini, ed è iniziata così la mia militanza nella squadra che rappresenta a tutt’oggi l’Italia nel Wheelchair Hockey. Sono passati più di quindici anni da quel giorno e, per quanto concerne la mia esperienza personale, sono stati periodi di allenamenti molto intensi, ma anche molto gratificanti. Parlo soprattutto delle dinamiche interpersonali e dalle amicizie che nel tempo si sono instaurate tra noi giocatori e altri membri del team. Come molti sport di squadra anche il W.H. è una disciplina che crea aggregazione.
Arrivare a vincere un Mondiale in Nazionale, cosa ti ha lasciato a livello personale?
È stato per me un importante percorso di crescita. Se si considera che solo due anni fa, come Nazionale, siamo riusciti a classificarci secondi agli Europei in Olanda, la recente Vittoria a Lignano (dove, a settembre 2018, si sono tenuti i Champions Wheelchair Hockey in cui l’Italia ha battuto la Danimarca) ha rappresentato per noi tutti un enorme passo in avanti. Come dicevo sono stati anni di intenso lavoro soprattutto a livello tecnico per studiare le strategie da portare in campo… io stesso nel frattempo, ho cambiato ruolo potenziando le doti da attaccante (prima giocavo in difesa) che mi hanno permesso di incidere efficacemente nelle ultime fasi finali della partita. È stata una sfida importante che mi ha permesso di conoscere meglio anche le mie qualità fisiche come giocatore.
Oltre allo sport coltivi tante altre passioni, ce ne parli?
Diciamo che, per carattere, sono una persona che non riesce a star fermo un attimo e quindi ho bisogno sempre di attività cui dedicarmi! Per esempio sono amante della buona cucina a tal punto che, recentemente, ho voluto cimentarmi in alcuni corsi per imparare e sperimentare tecniche culinarie. Dapprima ho partecipato ad un laboratorio di “Sushi”, poi di “proposte per brunch” e, sempre a Bologna, ho seguito un corso di “pasta sfoglia” (con Paola Lazzari), uno per la “pizza” (con Fabrizio Casucci) e in ultimo, non potevo non concludere senza un laboratorio per la preparazione di “dolci” (con il Maestro Gino Fabbri). Anche queste, sono state per me, esperienze molto importanti che mi hanno permesso di conoscere professionisti del mestiere, che si sono rivelate persone di spessore con le quali ho instaurato ottimi rapporti di amicizia.
Oltre a quella per cucinare, ci sono anche altre attività che mi affascinano, in particolare la fotografia! Sin da quando ero bambino la macchina fotografica è sempre stata la compagna fedele nelle varie fasi della mia vita. La prima – ricordo – mi è stata donata da Lilia, la moglie di Luciano Bovina (noto photo reporter di Sant’Agata), ed è stato per me un regalo davvero speciale perché proprio Luciano – mia “croce e delizia” – è stato in realtà una figura d’ispirazione importante per la fotografia.
Cosa prevedi per il tuo futuro?
Oltre la fotografia vorrei cimentarmi nelle riprese video, e sto pensando al riguardo che mi piacerebbe imparare ad utilizzare i droni… Per quanto concerne lo sport, invece, non ho ancora le idee chiare… probabilmente continuerò ad allenarmi anche se non più in Nazionale, dove penso di aver completato la mia esperienza. Esperienza che, certamente, è destinata a rimanere nei miei ricordi più cari.
Laura Palopoli