Commercio, lotta allo spreco alimentare: dal 2007 in Emilia-Romagna recuperati prodotti per 22 milioni di euro
Quattro italiani su dieci dichiarano di aver ridotto gli sprechi nell’ultimo anno, nove su dieci ammettono di sentirsi in colpa quando gettano il cibo avanzato e ancora commestibile, e quattro su cinque giudicano irresponsabile buttare cibo ancora buono.
Sono alcuni dei dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher, Last minute Market/Swg presentato oggi a Bologna da Andrea Segrè dell’Università di Bologna – fondatore Last Minute Market e campagna Spreco Zero -, Andrea Corsiniassessore regionale a Turismo e Commercio, Stefano Mazzetti sindaco del Comune di Sasso Marconi e presidente Associazione dei Comuni Sprecozero.net, Maurizio Pessato presidente Swg, Luca Falasconi curatore del progetto Reduce e Matteo Guidi amministratore delegato di Last minute market.
In controtendenza sul dato nazionale, in Emilia-Romagna aumenta la percezione dello spreco, forse – spiegano i curatori del Rapporto – perché è maggiore l’attenzione reale al fenomeno. Da Piacenza a Rimini si gettano soprattutto verdura e frutta fresca: un quinto in più rispetto al dato nazionale. Ma anche salse e sughi, pasta fresca, riso e prodotti per la colazione.
E sul versante della distribuzione, dal 2007 al 2016 grazie ai progetti di Last minute market sostenuti dalla Regione, sono stati recuperati alimenti per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro e 132 enti beneficiari diretti, 113 donatori, 52 Comuni coinvolti. Oltre 5,5 mila tonnellate di cibo, più di 300 mila pasti, 851 mila farmaci e 13.738 libri, sono stati così salvati dal cestino.
E sempre sulla cattiva gestione del cibo, sono stati elencati i dati, misurati dal progetto Reduce – Spreco Zero di Ministero Ambiente e Università di Bologna, che rivelano che ciascuno di noi getta nella spazzatura 36 kg all’anno di alimenti. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile e redistribuito.
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