Un freno all’uso dei gessi come fertilizzanti in agricoltura, insieme alla garanzia della loro piena tracciabilità. Via libera all’utilizzo solo per quelli derivanti dai settori agroalimentare, zootecnico e dai depuratori urbani. Stop invece ai gessi prodotti con fanghi derivanti dagli altri processi industriali, non conformi agli standard ambientali.
Lo ha deciso la Giunta regionale fissando una serie di precisazioni in linea con il decreto legislativo 75/2010 sulla commercializzazione dei fertilizzanti. A questa categoria appartengono appunto i gessi, frutto della lavorazione dei fanghi che, grazie a trattamenti specifici in impianto con calce o acido solforico, possono essere impiegati come correttivi del suolo.
L’obiettivo è tutelare la qualità delle produzioni agricole e prevenire la presenza di contaminanti nelle acque e nei suoli.
Per garantire la tracciabilità e il rispetto delle condizioni di utilizzo, è prevista una dichiarazione da parte dell’utilizzatore dei gessi da presentare alle autorità prima dell’inizio dell’applicazione sul suolo.
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